di Francescomaria Tedesco | 27 ottobre 2017 – immagine tratta da FQ
Non avrei saputo dirlo meglio, dunque mi permetto di citare un passaggio invero un po’ lungo ma assai icastico di ciò che in molti hanno pensato a proposito della recentissima approvazione in via definitiva del cosiddetto Rosatellum bis: “Su questa faccenda dei tempi un’ultima considerazione: è possibile che non ci riesca proprio, come comunità politica istituzionalizzata e come organizzazione dei poteri pubblici, evitare di ricadere nei difetti di sempre? Perché ostinarsi a ignorare che la materia elettorale è delicatissima non solo per le formule e le connesse strategie dei partiti: ma è delicatissima per i suoi aspetti procedurali e organizzativi; per la sua applicazione concreta; e che in generale per fare le cose per bene, occorre farle con un minimo di calma, con attenzione, con meticolosità, con prudenza, con appassionata e tenace cura dei particolari? Si può mai pensare seriamente aspetti etico-politici a parte – di mutare significativamente la legge elettorale e nel contempo tenere le elezioni in tempi così ristretti quali mai si sono avuti nella storia del paese? Soprattutto si può mai pensare di farlo senza pasticci? Perché ostinarsi a creare continuamente le premesse dei propri insuccessi logistico-organizzativi? Non abbiamo ancora imparato che non esiste metodo più sicuro per fallire che porsi obiettivi razionalmente ‘impossibili’?”. E poco importa che questo passaggio faccia parte di un documento che sembra scritto ieri e invece è stato pubblicato nel novembre del 2012…
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http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/10/27/il-rosatellum-bis-viola-le-norme-europee-e-ci-mette-al-livello-della-bulgaria/3940053/
fonte: Il Fatto Quotidiano