Ciò che è accaduto nella borgata romana di Tor Sapienza costituisce un precedente assai grave. Mi riferisco allo svuotamento forzoso, a furor di assalti razzisti, del Centro di accoglienza che ospitava abitualmente i più vulnerabili tra i rifugiati, soprattutto minori. I facInorosi che, incappucciati e al grido di «bruciamoli tutti!», a più riprese hanno attaccato il Centro, con lanci di pietre e petardi, per alcuni giorni sono stati rappresentati, anche dalla grande stampa, come poveri «cittadini esasperati.
Un sistema di strutture per aiutare richiedenti asilo, rifugiati politici e minori soli che vengono finanziate principalmente da fonti europee (utile ricordarlo). Però questi centri spesso non reggono il compito assegnato. Non riescono a garantire l’assistenza che dovrebbero. Non favoriscono l’inclusione sociale. L’integrazione. Anzi: lasciando soli gli stranieri, fanno sì che aumentino i potenziali casi di scontro. Come a Tor Sapienza. Cosa fanno questi ragazzi stranieri tutto il giorno? Come mangiano? Chi li segue? Cosa studiano? Come passano il tempo? Come vivono il loro ingresso in Italia? Che problemi hanno? Come sono aiutati?”