Roma: migranti dalla padella alla brace

È lunedì 11 maggio quando le forze di polizia locale di Roma ricevono l’ordine di far sgomberare il campo abusivo. Le ruspe radono al suolo il borghetto abitato in maggioranza da eritrei e transitanti, ma dove vivevano anche alcune famiglie ucraine e sudamericane che qui avevano costruito le loro case. Molte di queste signore lavoravano come badanti o donne delle pulizie con regolare permesso di soggiorno. Per tutti loro non c’è stato nemmeno il tempo di prendere i propri effetti personali e alcuni hanno addirittura cercato di fermare le ruspe per recuperare i loro documenti. L’Assessore alle Politiche sociali Francesca Danese ha spiegato che la decisione è stata necessaria per le «condizioni assolutamente indecenti» in cui vivevano gli immigrati ma che non è stato suo l’ordine di mandare le ruspe. «Non avrei potuto farlo: c’è un comitato per la sicurezza, presieduto dalla prefettura» Oggi, una parte di loro dorme ancora per strada, senza servizi igienici e in condizioni sanitarie preoccupanti. I medici volontari stanno cercando di prestargli soccorso, alcuni abitanti portano coperte e vestiti per affrontare la notte, mentre i centri sociali e la Parrocchia si contendono l’assistenza ai migranti. Questo proprio nei giorni in cui a Bruxelles si decide la nuova agenda sull’immigrazione.

 CLICCA PER LEGGERE L’ARTICOLO DEL CORRIERE