Marino ne ha per tutti. Per Renzi, dalla prima all’ultima pagina. Alla Regione Lazio governata da Nicola Zingaretti contesta “il potere di ignorare, rallentare o fermare ogni processo di cambiamento nella capitale d’Italia”. Al vicesegretario dem Lorenzo Guerini rimprovera di avergli proposto la nomina a vicesindaco dell’ex presidente del Consiglio comunale Mirko Coratti: “Servirà a stabilizzare la giunta”, gli garantisce Guerini. Marino rifiuta e pochi giorni dopo Coratti, un passato in Forza Italia e nell’Udeur, viene travolto dall’inchiesta di Mafia capitale e arrestato. Come mai tanto operare abbia prodotto un consenso così precario, al netto di complotti e agguati, non è oggetto di riflessione. Forse pesa il fatto che, a bilancio, figurano più linee guida e indirizzi che svolte definitive. Anche perché di definitivo c’è poco in una città dove, ricorda Marino, devono ancora essere pagati i terreni espropriati per la costruzione del Villaggio olimpico del 1960 e pendono circa 200 mila pratiche di condono edilizio presentate ai tempi della prima sanatoria del 1985.