Nel ricco dossier di intercettazioni relative all’indagine sul giro di tangenti ad alti livelli nei ministeri della Capitale Raffaele Pizza appare come grande facilitatore di rapporti e nomine ad alti livelli. Fra questi spicca il suo ruolo nell’assunzione di Alessandro Alfano, fratello del ministro degli Interni Angelino, in una società del Gruppo Poste. Con stipendio annuale da 160 mila euro, diecimila in meno di quanto pattuito. Fatto che creò problemi fra lo stesso Pizza e il fratello di Alfano, come si evince dalle intercettazioni: “Mi ha chiamato il fratello per farmi gli auguri…tu devi sapere che lui come massimo poteva avere 170.000 euro… no… io gli ho fatto avere 160.000. Tant’è che Sarmi stesso glie l’ha detto ad Angelino: io ho tolto 10.000 euro per poi evitare. Adesso va dicendo che la colpa è la mia, che l’ho fottuto perché non gli ho fatto dare i 170.000 euro… cioè gliel’ho pure spiegato… poi te li facciamo recuperare…sai come si dice ogni volta… stai attento… però il motivo che non arriviamo a 170 è per evitare che poi dice cazzo te danno fino all’ultima lira. Diecimila euro magari te li recuperi diversamente” (redazione tiscali.it).