( da un articolo di Luca Telese) Ho molta simpatia umana, al di là della politica, per Alfio Marchini. E, forse proprio per questo, sono rimasto davvero colpito dal modo maldestro in cui si è infilato in questa vicenda illuminante e comica della Ferrari e della Panda. La prima usata per rombare in autostrada come un super-ricco, la seconda per fare il piacione in campagna elettorale, con un ostentato marketing piccolo borghese. Una sorta di suicidio mediatico in diretta. Questa sequenza grottesca del cambio di macchina (e quindi di identità) nella piazzola dell’autogrill, sembra trasposta con la carta carbone dalla scena finale di un capolavoro della commedia all’italiana firmato da Ettore Scola (“Ci eravamo tanto amati”), e – forse – merita di essere indagato come gesto esemplare, perché ci racconta anche qualcosa sul carattere degli italiani.