Roma: 2 conducenti bus Atac rischiano il posto

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«Evidentemente» i bus sono vecchi. E a rischiare il posto sono gli autisti

—  Massimo Franchi, 24.9.2014

Presadiretta. Due conducenti della romana Atac sospesi per le dichiarazioni al programma di Riccardo Iacona

“Evi­den­te­mente”. Essere sospesi a tempo inde­ter­mi­nato dal lavoro e rischiare il licen­zia­mento per un avver­bio usato a com­mento di imma­gini ine­qui­vo­ca­bili. Ila­rio Ilari — 45 anni, due figli e una moglie pre­ca­ria — e Valen­tino Toma­sone — 47 anni, due figli e una moglie licen­ziata ad ago­sto — sono due auti­sti e dele­gati del sin­da­cato Usb della Trotta, azienda che assieme ad altre otto fa parte del con­sor­zio Roma Tpl a cui l’Atac dal 2011 appalta circa il 20% delle corse, quasi tutte in peri­fe­ria: una delle tante ester­na­liz­za­zioni del ser­vi­zio pub­blico a fronte del buco di bilan­cio della con­sor­ziata famosa per la paren­to­poli di Alemanno.

Dome­nica sera i loro volti e le loro poche parole face­vano da com­pen­dio all’inchiesta di Ric­cardo Iacona sul tra­sporto pub­blico a Roma, andata in onda in Pre­sa­di­retta su Rai3. Appena arri­vato alla sta­zione Lau­ren­tina di Roma, peri­fe­ria sud, Iacona si imbat­teva in una serie incre­di­bile di auto­bus che ave­vano pro­blemi: una porta rotta, un tubo difet­toso che ren­deva impos­si­bile la par­tenza, gli sforzi inau­diti dell’autista per far aumen­tare la pres­sione del sistema pneu­ma­tico d’aria e far par­tire il mezzo.

La colpa di Ila­rio e Valen­tino — che si tro­va­vano sul posto sem­pli­ce­mente per­ché ci lavo­rano — è stata quella di rispon­dere alle domande di Iacona. Spe­cial­mente ad una: «Ma il con­sor­zio Tpl ha rispet­tato il con­tratto d’appalto acqui­stando nuovi auto­bus?». La rispo­sta era già nelle imma­gini e Ila­rio non ha potuto che dire: «Evi­den­te­mente no». Valen­tino invece ha solo mostrato i pro­blemi per por­tare a scuola i ragazzi che riem­piono l’autobus che lui guida: «Siamo tutti i giorni così».

In entrambi i casi la Trotta ha rav­vi­sato «dichia­ra­zioni ine­renti il parco auto­mezzi azien­dale cir­co­lante e la rela­tiva manu­ten­zione delle vet­ture alta­mente lesive dell’immagine dell’azienda». È andata leg­ger­mente meglio agli altri auti­sti ripresi in tv: una let­tera di richiamo per «non aver avvi­sato l’azienda della pre­senza delle telecamere».

Senza voler sco­mo­dare il para­gone con Dante De Ange­lis, il mac­chi­ni­sta delle Fs licen­ziato due volte per­ché denun­ciò prima il pedale dell’uomo morto — pro­dromo del mac­chi­ni­sta unico — e poi il rischio spez­za­mento negli treni Etr500, Ila­rio e Valen­tino non pos­sono più par­lare. Per loro lo fa Wal­ter Sfor­zini, sin­da­ca­li­sta Usb che ieri ha gui­dato una pat­tu­glia di col­le­ghi ad occu­pare l’assessorato ai tra­sporti del Cam­pi­do­glio. «Siamo qui per­ché vogliamo che l’assessore Improta fac­cia riti­rare le sospen­sioni. Ila­rio e Valen­tino non hanno fatto niente e stanno pagando sola­mente per­ché sono iscritti a un sin­da­cato sco­modo per Roma Tpl. Siamo gli unici a denun­ciare da 10 anni le male­fatte del con­sor­zio, il man­cato rispetto del capi­to­lato con Atac e l’inesistente manu­ten­zione dei mezzi».

La denun­cia più grave infatti non è quella con­te­nuta nella tra­smis­sione di Iacona. «Ad ago­sto ne abbiamo pre­sen­tata una all’Ispettorato del lavoro e ora alla Pro­cura sulla gestione del con­tratto di soli­da­rietà appli­cato dall’azienda: dai docu­menti risulta che per aumen­tare il numero dei dipen­denti e quindi far cre­scere la quota di soli­da­rietà, hanno inse­rito i nomi dei pro­prie­tari dell’azienda, spac­ciati per auti­sti», spiega Sfor­zini. Una bomba che potrebbe avere con­se­guenze gravi per Tpl. In più l’Usb da tempo denun­cia come il con­sor­zio sia tutt’altro che tra­spa­rente. «Tpl doveva rin­no­vare il parco auto­bus nel giro di 990 giorni: lo ha fatto par­zial­mente, ma i bus nuovi sono andati quasi esclu­si­va­mente alla società di Marco Cia­lone, il dg di Tpl. Le altre aziende, Trotta in testa, ne hanno avuto pochis­simi e i disagi descritti deri­vano pro­prio da questo».

fonte: il Manifesto
http://ilmanifesto.info/evidentemente-i-bus-sono-vecchi-e-a-rischiare-il-posto-sono-gli-autisti/