“Negli ultimi dieci anni la ricerca pubblica ha subito ingenti decurtamenti di fondi, con conseguenze disastrose sul capitale umano coinvolto”. I precari del Cnr scrivono al premier Paolo Gentiloni chiedendo un incontro e un intervento sul governo per sbloccare le risorse necessarie alle assunzioni. I numeri sono impietosi: 4.500 ricercatori lavorano con contratti a termine su oltre 11.500 dipendenti del più grande ente pubblico di ricerca italiano. Insomma il 40% è atipico: in duemila hanno contratti a tempo determinato, gli altri assegni di ricerca e collaborazioni.
«A dicembre, dopo anni di studi e sacrifici, centinaia di precari del Cnr saranno licenziati poiché mancano i soldi, ed in alcuni casi normative, per rinnovare i loro contratti», è il grido d’allarme del gruppo “Precari uniti Cnr” che firma la lettera al presidente del consiglio, e che ha promosso stamattina a Roma una nuova mobilitazione, con i sindacati Confederali. La manifestazione è stata davanti a palazzo Vidoni, sede della funzione pubblica. Poi, alle ore 14, i giovani ricercatori si sono riuniti in assemblea al Cnr.
Dalla bozza della legge di Bilancio presentata dal Governo appaiono appena 300 posti da dividere per tutti i 21 enti di ricerca su oltre 10mila precari.
«Il presidio dei ricercatori, davanti a Palazzo Vidoni è l’ennesima richiesta di ascolto che rischia di essere vana». Ha affermato la Senatrice Alessia Petraglia, Capogruppo in Commissione Istruzione e Cultura di Sinistra Italiana, che ha proseguito:…
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