L’architetto Renzo Piano intervistato dalla giornalista sestese Patrizia Longo spiega la sua idea di Città della Salute che, finalmente sappiamo con certezza, sorgerà sui terreni ex Falck prossimi allo scalo ferroviario che il Comune ha ottenuto in cessione gratuita e con costi di bonifica a totale carico dell’ex proprietario.
Una intervista da cui emergono importanti conferme, una interessante novità e alcune stranezze.
Trova conferma l’idea di cercare un felice compromesso tra il modello di nosocomio ottocentesco con padiglioni a misura d’uomo ma spesso privi di efficienza logistica, di cui abbiamo un mirabile esempio nel vecchio San Gerardo di Monza, ed il modello di clinica novecentesca con torri logisticamente perfette ma spesso non a misura d’uomo, di cui abbiamo uno dei tanti esempi nella Multi Medica di Sesto San Giovanni. Confermata anche la Stazione ferroviaria a ponte che fungerà da porta di ingresso della Città della Salute ed il dialogo tra i reparti di cura ed il verde del parco idealizzato nella visione di Piano di edifici di 4 piani luminosi e circondati dai primi alberi del futuro grande parco centrale Falck.
Curiosa se non strana la previsione di destinare oltre 1/3 dell’area, per la precisione 70.000 metri quadrati di terreno, ad orti terapeutici. Appezzamenti di terra in cui i pazienti coltiveranno fiori, verdura e frutta. Se utilizziamo i classici orti urbani come unità di misura parliamo di circa duemila orti, un luogo di cura simile ad una grande azienda di degenti/coltivatori diretti.
Sinceramente questa previsione fa pensare ad un grande polmone verde che in futuro potrebbe in parte servire anche a potenziare la struttura ospedaliera.
Se davvero fosse così forse sarebbe meglio esplicitarlo.
La novità contenuta nell’intervista del grande architetto è l’intelligente nome “Fabbrica bianca” attribuito all’insediamento ospedaliero. E’ un nome che risveglia l’orgoglio di Sesto San Giovanni ex quarto centro siderurgico d’Italia.
Ad una città in cui gli operai erano più numerosi degli abitanti non credo possa far spavento l’ipotesi di un eventuale futuro arricchimento e potenziamento della “Fabbrica bianca”.
Angelo Gerosa
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