Renzi: non caccio gli indagati

mio commento: la politica è un’altra cosa. Cosa c’entra il wrestling? Non si fa politica con sole boutade e leggi che cambiano, compresa la Costituzione. Tra l’altro a piacimento con la richiesta della fiducia e quindi senza alcuna discussione parlamentare, cancellando tutti gli emendamenti e quindi espropriando il parlamento del diritto di vagliare ciò che fa il governo. Poi non è lui che deve chiedere le dimissioni, sono gli stessi indagati che hanno l’obbligo di abbandonare la poltrona e mai più occupare un posto del genere. Ovviamente con la perdita di ogni diritto riguardo diarie e indennità per il future della propria vita privata. La Questione Morale deve essere il primo punto nell’agenda di chi vuole fare politica. La politica deve fungere da esempio. In questo modo l’esempio disorienta i cittadini. Mario Piromallo

Renzi: “No a dimissioni per gli avvisi di garanzia, non caccio gli indagati”

Intervista al premier su Repubblica in edicola oggi. “Lupi ha preso una decisione saggia”. E alle accuse di d’Alema (“E’ un arrogante”) replica: “Lui sembra una vecchia gloria del wrestling”

I DUE pesi e le due misure non esistono. “Ma stiamo scherzando? Ho sempre detto che un avviso di garanzia non può giustificare le dimissioni. E lo confermo”. Significa che Matteo Renzi non chiederà ai sottosegretari indagati di lasciare il governo. E non lo farà con il candidato in Campania De Luca, condannato in primo grado. Dopo la settimana dell’inchiesta Grandi Opere che ha travolto Lupi, il premier e segretario del Pd risponde alle accuse di doppiopesismo nel rapporto tra politica e giustizia. Ma ieri mattina ha accolto a Ciampino le bare dei morti nell’attentato di Tunisi.

“Per carità – dice – il Pd, l’inchiesta sulle infrastrutture, gli attacchi di D’Alema: tutto importante. Ma oggi penso soprattutto al dolore dei familiari delle vittime. La vicenda di Tunisi è terribile ma rafforza la nostra analisi: la comunità internazionale non può far finta di nulla su ciò che accade in Libia, perché lì pare sia nato l’attentato al Museo Bardo. Da qui al 17 aprile, quando incontreremo Obama, dobbiamo intensificare gli sforzi per verificare se la soluzione diplomatica è ancora in piedi o no”.

Dopo le dimissione di Lupi, non tocca anche ai sottosegretari indagati? Cinque sono del Pd (Barracciu, Del Basso De Caro, De Filippo, Bubbico e Faraone) e uno del Ncd (Castiglione)?
“Assolutamente no”.

Fa la faccia feroce con gli esponenti di altri partiti e perdona quelli del suo?
“Ho sempre detto che non ci si dimette per un avviso di garanzia. E se parliamo di faccia, le dico con sguardo fiero che per me un cittadino è innocente finché la sentenza non passa in giudicato. Del resto, è scritto nella Costituzione. Se si dice che è la più bella del mondo, poi bisogna almeno leggerla, altrimenti non vale. Quindi perché dovrebbe dimettersi un politico indagato? Le condanne si fanno nei tribunali, non sui giornali: è un principio di decenza oltre che di buon senso “.

Lupi però, dopo il pressing di Palazzo Chigi, non è più ministro.
“Il suo caso è diverso, non è nemmeno indagato. Ha fatto una valutazione giusta e saggia secondo me. Una scelta personale e molto degna: dare le dimissioni in politica non è così frequente”….per continuare a leggere cliccare:

http://www.repubblica.it/politica/2015/03/22/news/renzi_no_a_dimissioni_per_gli_avvisi_di_garanzia_non_caccio_gli_indagati_-110172431/?ref=HREA-1
fonte: la Repubblica