Mentre si discute di bonus bebè, a Reggio gli asili sono chiusi
Mentre i media italiani discutono dell’ultima “sparata” del Presidente del Consiglio sul bonus bebè (“80 euro al mese per 3 anni, si parte nel 2015” ha detto in diretta televisiva dal salotto di barbara D’Urso) il paese reale soffre di mancanza di asili e di servizi per l’infanzia. Oggi alla Camera dei Deputati abbiamo ospitato la conferenza stampa di ActionAid su un caso emblematico: a Reggio Calabria più di 4000 bambini sotto i tre anni non possono accedere ad uno dei servizi essenziali per l’educazione dei bambini e per la conciliazione dei tempi di vita perché tutti gli asili nido pubblici sono chiusi dall’autunno 2013. Cittadini e cittadine privati di un servizio essenziale. Le elezioni amministrative a Reggio Calabria del 26 ottobre sono un momento importante per chiedere ai candidati impegni concreti per far fronte all’assenza dei servizi alla prima infanzia. Però è necessario chiedere il conto degli annunci anche a Renzi, che in questi mesi ha fatto numerose promesse per assicurare più asili nido sul territorio nazionale, senza che questi annunci si siano tramutati in atti parlamentari e provvedimenti del governo.
Il caso di Reggio Calabria è infatti solo un esempio del mancato impegno sulle politiche per l’infanzia da parte delle istituzioni locali e nazionali. Un uso più responsabile e trasparente delle risorse pubbliche, a partire dai fondi europei, può essere una soluzione a breve per aumentare gli asili nido nel Mezzogiorno. Ma non basta, è necessario che il governo metta in campo un “piano nazionale asili”, magari utilizzando le risorse destinate al bonus bebè. Un piccolo modo concreto per rispondere alle esigenze di servizi delle giovani coppie del nostro paese.
Celeste Costantino dal sito SEL Made
http://selmade.it/manifestazione-cgil-sel-in-corteo-in-difesa-di-lavoro-e-democrazia/