Reggio Calabria: interpellanza urgente al ministro dell’Ambiente sull’emergenza rifiuti
Dalle 15 farò in aula una interpellanza al Ministero dell’Ambiente sull’emergenza rifiuti, creata ad arte dal clientelismo e dalle mafie, a Reggio Calabria. Il Governo cosa risponderà? Continuerà a dire che la responsabilità è solo della Regione? E cosa dirà a proposito del ruolo dell’ex governatore, ex sindaco di Reggio, ma attuale alleato/condannato del Ncd nel Governo Renzi? Ecco il testo >
Interpellanza urgente / 4 luglio dalle ore 15 #opencamera
Al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare
Per sapere, premesso che:
Nel novembre 2013 la Commissione straordinaria del Comune di Reggio Calabria ha affidato per sei mesi la conduzione del servizio di igiene urbana cittadina all’azienda Avr Spa, misura resasi necessaria poiché il socio privato presente nella compagine societaria della Leonia, società precedentemente affidataria della gestione dei rifiuti, veniva nel 2102 sottoposto a informativa interdittiva emessa dalla Prefettura di Reggio Calabria. La Leonia viene successivamente sciolta per infiltrazioni mafiose;
Dallo scioglimento della Leonia le maestranze sono entrate in agitazione per il non percepimento di stipendio e TFR e il mancato ricollocamento professionale;
L’affidamento dell’incarico all’Avr Spa è avvenuto senza bando pubblico ma in maniera diretta a causa dell’emergenza, nonostante la quale però il servizio è rimasto fermo per svariati giorni. L’incarico è stato quindi prorogato di ulteriori sei mesi (fino a dicembre 2014) dopo che l’Avr Spa ha vinto il bando pubblico, costituendosi in un ATI (associazione temporanea di impresa), assieme a una ditta di Vibo Valentia, l’Eurocoop, la quale, nelle ultime settimane è stata travolta da una serie di arresti per truffa allo Stato, protagonisti amministratori e funzionari. La raccolta dei rifiuti si è perciò di nuovo arenata nell’attesa del certificato antimafia e delle dovute verifiche;
L’Avr Spa sa probabilmente che non gli verrà rinnovato l’affidamento dei rifiuti e i lavoratori sono già in mobilitazione, rallentando ulteriormente lo svolgimento delle mansioni;
in provincia di Reggio Calabria rimangono nel frattempo chiuse per lunghi periodi, per cause sempre diverse e a volte non verificabili, le discariche di Pianopoli , Casignana e Sambatello: a volte perché non essendo mai a regime non riescono ad ” accogliere” i rifiuti di tutti i comuni che scaricano, a volte perché, essendo ormai obsoleti, gli impianti lavorano faticosamente, altre volte rimangono chiuse a causa delle tariffe elevate che i comuni non riescono ad affrontare, lasciando la spazzatura dentro ai camion fuori dai cancelli in fila per giorni;
La mancata apertura delle discariche, aggiunta a periodi di sciopero dei lavoratori, comporta continuamente l’accumulo, per settimane, soprattutto nelle zone periferiche, di enormi quantità di rifiuti, per il cui smaltimento servono puntualmente mezzi pesanti, come ruspe e camion container, il che mette ulteriormente a repentaglio la riuscita della raccolta differenziata;
Nel frattempo le tariffe Tares riguardanti i rifiuti sono esponenzialmente aumentate;
La situazione igienico sanitaria in città è al limite dell’accettabilità, intere strade sono ostruite dai rifiuti e l’arrivo di temperature calde fa degenerare la situazione, in alcune zone i rifiuti vengono bruciati da alcuni cittadini, peggiorando la respirabilità dell’aria e la sicurezza, e questa situazione si reitera da anni.
Già una volta l’Italia, per la gestione dei rifiuti in Campania, è stata infatti condannata presso il tribunale di Strasburgo per violazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Lo Stato infatti non può essere esonerato perché affida a terzi (le Regioni) la gestione dei rifiuti: spetta, infatti, alle autorità nazionali adottare misure effettive per rendere concreto il diritto garantito dalla Convenzione;
Se non ritenga di dover intervenire con urgenza in relazione ad una situazione – quale quella della gestione dei rifiuti a Reggio Calabria – in cui vengono negati ai cittadini il diritto alla salute, all’integrità dell’ambiente, davanti a un evidente deterioramento della qualità della vita e se non ritenga di dover verificare perché le discariche vengano ripetutamente tenute chiuse.