Nell’indifferenza dei mezzi di informazione e nel voluto boicottaggio del governo e del partito del premier si avvicina la data nella quale elettrici ed elettori sono chiamati a pronunciarsi sul referendum relativo alle concessioni di trivellazione del mare per l’estrazione di gas e petrolio entro le dodici miglia dalla costa.
L’invito del partito di maggioranza relativa all’astensione è offensivo rispetto ad uno strumento democratico qual è il referendum e la fuorviante informazione rispetto ai presunti esiti catastrofici di una vittoria del sì è parte del tentativo di far fallire la consultazione popolare.
E’ bene chiarire che il quesito referendario riguarda la durata delle concessioni di ricerca ed estrazione di gas e petrolio, si chiede che non sia possibile alla scadenza riconfermarle nello spirito della legge in vigore che vieta il rilascio di nuove concessioni.
Si vuole dare uno stop a questa attività, uno stop non immediato in quanto nella media le concessioni resteranno valide sino al loro termine (dieci anni e più da oggi).
Non viene messa in discussione e in pericolo nessuna realtà occupazionale e il segnale forte che il sì al referendum intende dare è quello della necessità di un cambio di orizzonte nella politica energetica che non può restare ancorata allo sfruttamento pericoloso ed in via di esaurimento degli idrocarburi, ma deve necessariamente virare verso fonti alternative ed ecologicamente compatibili.
Oggi la quantità di gas e petrolio estratte a ridosso delle nostre coste è assolutamente ininfluente rispetto al fabbisogno energetico nazionale ed è a totale disposizione delle compagnie private che in cambio versano allo Stato italiano delle royalties e sono libere di rivendere quanto estratto a chiunque e dovunque.
E’ importante e necessario che ci si rechi al voto per raggiungere il quorum che renda valido il referendum.
Invitiamo elettrici ed elettori a recarsi ai seggi il 17 aprile e votare SI’, più che a noi lo dobbiamo alle future generazioni alle quali dobbiamo lasciare un mondo consapevole e in grado di sviluppare una seria politica energetica che sia basata sulla compatibilità ambientale e sulla possibilità di utilizzo di fonti sicure e rinnovabili.