Referendum trivelle: le bufale

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IL QUESITO TECNICO E LE IMPLICAZIONI DEL SÌ E DEL NO

Referendum trivelle post.1 (da oggi pubblicherò post sui vari argomenti – e relative bufale – che interessano il referendum. Si parte su una valutazione strettamente tecnico-legale sul quesito)

Votando SÌ, le concessioni alle multinazionali per estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia marine cesseranno alla scadenza prefissata.

Votando NO, si concederà che le multinazionali possano andare oltre la scadenza, senza limiti di tempo.

Ora, si pone innanzitutto una domanda logica: perché, a prescindere da tutte le implicazioni ambientali, economiche o politiche, lo Stato italiano dovrebbe fare un favore ai petrolieri concedendogli di usare un pozzo oltre la scadenza della concessione, andando quindi contro a ogni norma sulla libera concorrenza?

Dopo la logica, arriva la legge italiana (d.lgs. 25/11/1996, n. 625) ed europea (direttiva 94/22/CE ). Infatti, l’Europa prevede che “la durata dell’autorizzazione non superi il periodo necessario per portare a buon fine le attività per le quali essa è stata concessa” e che solo in via eccezionale (e non in via generale e a tempo indeterminato!) il legislatore possa prevedere proroghe.

Traduzione: se vincesse il no o se fallisse il quorum, l’Italia rischia una procedura d’infrazione europea.

Questo significa che dopo averci fatto sborsare circa 350 milioni di euro per non aver voluto accorpare il referendum alle amministrative (c’erano tutti i tempi per farlo), gli italiani dovranno pagare anche le multe che l’Europa ci infliggerà per aver fatto l’ennesimo regalo alle multinazionali del petrolio.

Questo è il primo motivo per votare Sì: per evitare un regalo alle multinazionali che saranno i cittadini, ancora una volta, a pagare.

Marco Furfaro

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