Reddito di cittadinanza: indispensabile misura di tutela del lavoro

di Angelo Gerosa. 

Un tempo gli alberghi assumevano personale di pulizia. Poi questo lavoro è passato alle cooperative, con contratti molto meno retribuiti. Poi questo lavoro è divenuto a cottimo, per 7 euro a camera. Ad ogni rinnovo di appalto il costo per camera diminuisce. Ora si lavora, a cottimo, per 3 euro a camera, e scenderà ancora (la lotta tra poveri non da tregua). Nel frattempo il lavoro è divenuto più pesante ed accurato: un dipendente può permettersi il lusso di una distrazione o di un attimo di riposo, il lavoratore a cottimo no.

Così negli alberghi, ma lo stesso discorso vale per i condomini, per gli ospedali, per gli uffici, per non parlare di trasporti e agricoltura, ed anche per la stessa industria manifatturiera dove ormai la produzione è interamente appaltata alle cooperative. Una piaga sociale di estrema gravità e diffusione che trasforma i proletari in schiavi.

L’introduzione del reddito di cittadinanza appare molto più efficace in quanto garantendo ad ogni persona il diritto di avere quanto necessita a sopravvivere (cifra che l’Istat ha stabilito essere pari a 780 euro al mese), costringe i datori di lavoro ad offrire di più, cioè a tornare a retribuzioni degne di un paese civile. Si viene così a rompere il meccanismo di odioso ricatto che in questi ultimi anni ha portato a ridurre drasticamente gli stipendi, facendo precipitare l’Italia in situazioni da fine ottocento, quando anche avendo un lavoro si viveva da pezzenti.

Che fare? Si potrebbe stabilire, per legge, una paga minima oraria. ma la norma verrebbe facilmente aggirata ricattando il lavoratore: se vuoi il lavoro ti pago 4 ore ma ne devi fare 10.

Questo sacrosanto meccanismo di civiltà funziona solo se è universale, perché se rimane ancora sul mercato manodopera ricattabile (in quanto esclusa dal redito di cittadinanza) proseguirà il brutale deprezzamento dei salari. Quindi sarà bene non dimenticarci che l’unico modo per evitare che gli stranieri “ci rubano il lavoro” (sarebbe più corretto dire si facciano sfruttare peggio di noi) è quello di estendere anche a loro il reddito di cittadinanza. Altrimenti la caccia agli schiavi proseguirà, con tutto quanto ne consegue, anche in termini di sbarchi e di criminalità organizzata (con buona pace dei razzisti nostrani).