Alla domanda su cosa desidererebbero di più dicono: ‘un buon lavoro, vivere bene e che i miei fossero fieri di me’. A differenza dei giovani ribelli, loro hanno come mito i genitori e la cosa che più fa piacere è che mettono la collettività prima dei singoli. Sono dei riformatori, non dei rivoluzionari. Vogliono un posto nella società ma lo vogliono per un motivo: cambiare le cose. Il 66% si sente protagonista del proprio futuro. Ricercano felicità e successo, ma – ecco il bello – vogliono lavorare per ottenerlo: per 7 su 10 le scorciatoie non sono contemplabili. Hanno obiettivi concreti, come il lavoro. Ma se sentono che i politici, percepiti quasi tutti come corrotti dal potere, sono disposti a darsi da fare per la comunità (e quindi anche per loro), sanno organizzarsi per cambiare le cose.
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