“La condanna di Stephan Schmidheiny per il processo Eternit è stata annullata senza rinvio perché il reato è prescritto.”
Con queste parole il presidente della prima sezione penale della corte di Cassazione Arturo Cortese ha accolto la richiesta del procuratore generale Francesco Iacovello che chiedeva la cancellazione della condanna a 18 anni in secondo grado per il magnate svizzero per disastro ambientale doloso permanente e omissione di misure antinfortunistiche.
Con questa sentenza sfuma la possibilità per i familiari delle vittime e per le comunità locali di ottenere risarcimento aggiungendo al danno la beffa: sono stati condannati a pagare le spese processuali (non ancora quantificate) INPS e INAIL, che avevano presentato ricorso per non essere state ammesse come parte civile e il parente di una vittima che era stato escluso dall’indennizzo.
Questa sentenza porta il Paese al medioevo del diritto e lascia sgomente le popolazioni di Casale Monferrato, Cavagnolo, Rubiera dell’Emilia e Bagnoli di Napoli (dove sorgevano gli stabilimenti Eternit).
Il Gruppo Consiliare di SEL di Sesto San Giovanni, città che è stata pesantemente colpita dagli effetti della fibra killer e sta aspettando giustizia, esprime preoccupazione e manifesta la sua vicinanza solidale alle popolazioni così pesantemente mortificate.
Moreno Nossa – capogruppo SEL Sesto SG