Presidio di Libera a Montecitorio: no nuove povertà

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ROMA. Staffetta podistica delle associazioni intorno a Montecitorio per la campagna ‘Miseria Ladra’ Una staf­fetta podi­stica attorno al quar­tiere della poli­tica. È ini­ziato così il pre­si­dio del gruppo Abele e di Libera, insieme alle asso­cia­zioni che ade­ri­scono alla cam­pa­gna «Mise­ria Ladra» ieri in piazza Mon­te­ci­to­rio a Roma. Qual­che ora dopo la pre­sen­ta­zione della bozza della legge di sta­bi­lità, gli atti­vi­sti della cam­pa­gna hanno indos­sato scar­pini da corsa e una ban­diera della pace sulle spalle per denun­ciare l’assenza di poli­ti­che sociali nella mano­vra. Pro­prio ieri è stata cele­brata la gior­nata mon­diale per l’eliminazione della povertà, una con­di­zione che in Ita­lia col­pi­sce 9 milioni di poveri rela­tivi e 6 di poveri asso­luti. Dati scon­vol­genti che non tur­bano una poli­tica eco­no­mica con­cen­trata sugli sgravi fiscali e con­tri­bu­tivi alle imprese e sulla dere­go­la­men­ta­zione del lavoro. In più i quat­tro miliardi di tagli alle regioni e quelli da 1,2 miliardi ai comuni aggra­ve­ranno la situa­zione già coma­tosa dei ser­vizi sociali. La vita di 6 milioni di poveri asso­luti, già oggi inca­paci di acqui­stare i beni e i ser­vizi fon­da­men­tali diven­terà un incubo. Per tutti gli altri poveri rela­tivi, che non hanno rice­vuto gli 80 euro del bonus Irpef di Renzi per­chè gua­da­gnano meno di 8 mila euro all’anno, la vita si tin­gerà di un colore ancora più fosco.

Al pre­si­dio a Mon­te­ci­to­rio ci sono stati rac­conti intensi, quello di Tere­sio, senza casa né red­dito da sei anni, che ha letto la sua testi­mo­nianza di scon­vol­gente rea­li­smo e bel­lezza. L’attore di Luigi Lo Cascio, visi­bil­mente com­mosso, ha letto una poe­sia di Igna­zio But­titta, prima in ita­liano e poi in sici­liano. Una lin­gua poe­tica stri­dente e aspra, rivolta alle potenze della terra, rivolta ai «pic­ciotti e ai gior­na­lieri», ai con­ta­dini e a poveri con «la pan­cia vuota», che si con­clude con l’invocazione del «drappo rosso, colore del san­gue di Cri­sto» da (ri)sollevare. Sono bastati pochi minuti per rac­co­gliere l’attenzione dei pas­santi e anche dei poli­ziotti che ascol­ta­vano appog­giatti alla balau­stra che divide lo spea­ker cor­ner dalla piazza del parlamento.

Folte le dele­ga­zioni della cam­pa­gna «Mise­ria Ladra» che hanno par­te­ci­pato al pre­si­dio. Dalla Cam­pa­nia e dalla Cala­bria decine di per­sone sono arri­vate in pull­man. Hanno preso la parola i lavo­ra­tori della Sapa, una fab­brica di Latina che ha delo­ca­liz­zato la pro­du­zione in Polo­nia. C’erano i lavo­ra­tori dell’Eutelia e di Hp. È inter­ve­nuto don Tonino Pal­mese, vica­rio della curia di Napoli, in rap­pre­sen­tanza del mondo Cari­tas. Gli stu­denti dell’Uds, del coor­di­na­mento uni­ver­si­ta­rio Link e della Rete della Cono­scenza, l’Arci, il comi­tato 16 novem­bre che si batte per i fondi per le malat­tie gravi, le strut­ture che assi­stono i senza fissa dimora come Atd-quarto mondo. «Con que­sta cam­pa­gna – ha detto Giu­seppe De Marzo, atti­vi­sta di Libera – chie­diamo anche la resi­denza per i senza dimora. È una que­stione di civiltà. Senza carta di iden­tità que­ste per­sone non hanno diritto all’assistenza sani­ta­ria o a rice­vere una let­tera di un caro. L’abbiamo otte­nuta a Roma o a Pavia. In molte altre città, come Milano, i sin­daci tac­ciono. Per­chè?». Tra le asso­cia­zioni pre­senti al sit-in c’era anche la Fish (Fede­ra­zione ita­liana per il supe­ra­mento dell’handicap). Il suo pre­si­dente, Vin­cenzo Sala­bella sostiene che oggi «almeno il 50% delle fami­glie con disa­bi­lità è a rischio povertà». Un dato che potrebbe essere addi­rit­tura sot­to­sti­mato. Libera e il Gruppo Abele pro­pon­gono di incre­men­tare il fondo sociale e quello per la non auto­suf­fi­cienza. Chiede l’introduzione in Ita­lia, unico paese in Europa a non averlo, del red­dito minimo e di ren­dere effi­cace il mec­ca­ni­smo di asse­gna­zione ad uso sociale dei beni con­fi­scati alle mafie: sono 12 mila, 50 mila quelli in arrivo. La gior­nata si è con­clusa con un incon­tro nel sagrato della Basi­lica di San Gio­vanni in Late­rano, attorno alla «Lapide in onore delle vit­time della miseria».

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