Lunedì 12 dicembre 2016 dalle 20.30
Presentazione e dibattito de “IL PROLETARIATO NON SI È PENTITO” di Adriana Chiaia
Pubblicato nel 1984, una pietra miliare della lotta contro il pentitismo e la dissociazione dalla lotta di classe e dalla lotta rivoluzionaria, ma un libro di stringente attualità.
La tendenza forcaiola e reazionaria radicata nelle istituzioni e nelle autorità del nostro paese, tanto da impedire, l’approvazione di una legge contro la tortura, attinge da questo “cassetto” della storia della Repubblica Pontificia la forza per opporsi ad una legislazione democratica contro abusi in divisa, nelle carceri, nelle caserme, nelle questure, nelle piazze. Per comprendere la storia di questo paese, chi ha oggi 30 anni o meno, deve conoscere le dinamiche ed il procesos di quel periodo. Perché quando i vertici della Repubblica Pontificia evocano lo spettro del “terrorismo” non evocano l’ISIS o Al Qaeda, evocano ciò che per loro è stato davvero “il terrore”: operai e proletari organizzati per fare la rivoluzione. Evocano l’eroismo, la generosità, la consapevolezza di una generazione di giovani che ha messo in gioco tutto per combattere e per vincere. Quando in Italia la classe dominante parla di “sicurezza nazionale” parla di lotta contro le organizzazioni della classe operaia e delle masse popolari. La sconfitta di quel movimento, lungi dall’essere una sconfitta generazionale o dei singoli, è una sconfitta per la lotta di classe.
Ma, appunto, il proletariato non si è pentito, non può “pentirsi” dalla sua condizione di classe sfruttata e oppressa.
Da ogni sconfitta il movimento comunista impara dagli errori e riparte su basi nuove. Anche la sconfitta del movimento rivoluzionario degli anni ‘60 e ‘70 del secolo scorso in Italia, più che motivo di afflizione o dimostrazione di impotenza, per chi era animato da spirito rivoluzionario è stata fucina di insegnamenti e bilancio per la rinascita del movimento comunista.
Ma, appunto, il proletariato non si è pentito, non può “pentirsi” dalla sua condizione di classe sfruttata e oppressa.
Da ogni sconfitta il movimento comunista impara dagli errori e riparte su basi nuove. Anche la sconfitta del movimento rivoluzionario degli anni ‘60 e ‘70 del secolo scorso in Italia, più che motivo di afflizione o dimostrazione di impotenza, per chi era animato da spirito rivoluzionario è stata fucina di insegnamenti e bilancio per la rinascita del movimento comunista.
c/o Casa del Popolo di Via Padova – Via Padova 179 (interno galleria) – MM2 Cimiano