“ PORTI CHIUSI, PRIGIONI APERTE “
Articolo di Redazione – di Renzo Baricelli – KMB
Il fuoristrada arrancava nella sabbia, miliziani armati di fucili d’assalto mitragliatori seduti nel cassone.
Apriva la pista a una carovana di camion coperti da teloni carichi di esseri umani che arrivavano dall’Africa centrale in fuga da fame, conflitti, pestilenze e dittature.
Le varie signorie della guerra Libiche avevano avuto il riconoscimento dello status di “ POLIZIA” dai governi europei in fretta e furia.
L’unione europea aveva distribuito distintivi di plastica che conferivano legittimità alla già esistente licenza di uccidere, violentare e torturare,recludere per gli sciacalli del deserto.
Il mercato dello schiavismo era QUASI saturo, la classe operaia in ginocchio per la crisi economica del 2008 : al capitalismo occidentale non serviva più manodopera: basta negri.
Frontiere chiuse, governi più o meno fascisti al potere in metà continente.
Coste blindate in Italia, le organizzazioni non governative che soccorrevano i naufraghi messe fuori legge, barconi carichi di disperati assoluti bloccati al limite delle acque territoriali o alla fonda a qualche miglia dalle coste di Lampedusa e dei porti della Sicilia e della Calabria.
I volontari che salvavano la gente dalla morte per annegamento venivano chiamati “SCAFISTI” e “TRAFFICANTI DI UOMINI” dai ministri .
Gli scafisti libici erano diventati la “Guardia costiera libica”.
L’opinione pubblica aveva accettato lo spostamento psicologico della mutazione concettuale.
L’ unione europea aveva fatto arrivare cargo di aiuti umanitari : cappelli da comandanti di marina , barche più veloci e carta bianca su cosa fare dei migranti .
La Libia secondo le veline ministeriali era un posto sicuro dove attraccare.
C’erano quattro governi in guerra tra loro . Un posto sicuro da morire .
Anche qui la propaganda governativa italiana aveva forzato il significato delle parole per adattarlo a delle esigenze umanitariamente inaccettabili : gli immigrati detenuti nei centri per clandestini sparsi sul territorio nazionale venivano “RIMPATRIATI” sempre nella sicurissima Libia ,anche se non erano quasi mai cittadini libici.
“ RIMPATRIO” aveva sostituito nel senso comune il termine corrispondente alla realtà dei fatti che avrebbe dovuto essere “DEPORTAZIONE”.
I “CAMPI DI CONCENTRAMENTO” nel deserto erano diventati “ CENTRI DI DETENZIONE”.
Questi centri di detenzione avevano lo stesso tasso di mortalità dei lager nazisti.
Dai media arrivavano immagini di morti di denutrizione e sete , ammassati in capannoni nel deserto che bevevano da un secchio un bicchiere d’acqua al giorno.
Erano rinchiusi là per morire , preferibilmente per cause naturali. I cadaveri venivano ammucchiati
in celle frigorifere . Sembravano immagini di Auschwitz versione africana , i vivi assomigliavano terrificantemente ai morti . Tutti venivano torturati quotidianamente , le donne e i bambini subivano stupri .
Il bestiame nei certificati allevamenti UE era trattato molto meglio , più umanamente.
La colpa ricadeva sugli aguzzini libici , lo sterminio era stato pianificato in un ventennio perché non guastasse l’appetito ai bianchi mentre guardavano i telegiornali all’ora di cena.
La indifferenza delle masse si alternava al consenso.
Poco alla volta la tolleranza della mente delle persone all’orrore era aumentata, come per una droga, fino alla insensibilità .
Sembrava di essere ritornati negli anni trenta ,quando milioni di civilissimi tedeschi e italiani nazifascistizzati avevano applaudito allo sterminio di ebrei, rom ,omosessuali , malati di mente , disabili , oppositori politici ,”degenerati “ vari.
Fiaccolate a forma di svastica a Norimberga , folle acclamanti a Roma. Ave. Risultato: milioni di morti nei campi di annientamento ,una guerra mondiale, un continente ridotto a un cumulo di rovine. Un immensa fossa comune, deportati inceneriti esclusi .
Le citazioni di Goebbles e Mussolini iniziavano ad essere un po’ troppo frequenti nel dibattito politico. Nostalgie colonialiste di giornalisti di regime che sublimavano così il desiderio di dichiarare la necessità di ricorrere ai bombardamenti con l’iprite . Nostalgie imperiali.
La società stava affogando, la democrazia galleggiava su scialuppe di salvataggio destinate alla deriva, l’economia rischiava di essere ormeggiata alle portaerei.
La guerra sembrava un ottimo tonico, come sempre , per gli affari esteri e interni. Una nave con a bordo dei profughi era riuscita ad attraccare in un porto italiano solo forzandone il blocco nonostante a bordo fossero saliti , e ridiscesi , dei parlamentari per controllare lo stato di agonia dei passeggeri.
La donna che capitanava l’equipaggio , CAROLA RACKETE , era stata arrestata appena toccata terra tra gli insulti della folla . Le avevano dato della puttana : benvenuta in Italia. Odio .
Avevo visto la scena al computer , gli spaghetti avevano rischiato di soffocarmi mentre ero corso al cesso per vomitare .
Notizia successiva : la proposta di costruire un muro di duecento e passa chilometri sul confine orientale per bloccare i morti di fame che cercavano di passare via terra. Grandi opere!!!
Tutto questo era accaduto ultimamente. Molto ultimamente, ieri sera.
Sudavo freddo nonostante i trentuno gradi nell’appartamento , finestre aperte.
Dal bar di sotto arrivava il vociare degli avventori che guardavano la finale degli europei under-21.
Indifferenza. Soddisfatta.
KMB