Polemiche per decreto contratti a termine e apprendistato

Lavoro, pubblicato il decreto delle “polemiche” che riforma i contratti a termine e l’apprendistato

La riforma del Lavoro del ministro Giuliano Poletti entra in vigore da domani. Cancellata di fatto la riforma Fornero: nei contratti a termine, l’imprenditore potrà fissare la fine del rapporto di lavoro senza indicare una causa. Gli apprendisti “vecchi”, potranno essere sostituiti da “apprendisti “nuovi”

ROMA – Il Dl Lavoro è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Da domani saranno quindi effettive le novità volute dal governo Renzi e soprattutto dal ministro per il Lavoro, Giuliano Poletti, le principali delle quali riguardano il nuovo regime sui contratti a termine e l’apprendistato. Entrambe frutto di numerose polemiche da parte dei sindacati e degli economisti.

Il testo integrale 

Al centro di tutte le polemiche, vi è l’aumentata flessibilità introdotta sia nei contratti a termine che nell’apprendistato. La riforma Poletti ha spazzato via alcuni limiti che il suo predecessore, il ministro Fornero, aveva inserito per contenere la precarietà. Uno dei principali paletti caduti è quello dell’acausalità (ovvero la possibilità riconosciuta al datore di lavoro di non specificare le motivazioni che lo portano a fissare un termine al rapporto). Di fatto una vera e propria «mano libera» sulle mansioni prima concessa solo per i primi 12 mesi, ora consentita per tutti e tre gli anni. Non solo: se la durata massima del contratto a termine resta fissata in 36 mesi (dopo bisogna passare a quello a tempo indeterminato), ora fra un contratto e l’altro non esiste più l’obbligo di una pausa di dieci o venti giorni. Considerando

un massimo di otto proroghe – mentre il modello Fornero ne permetteva una sola – i rinnovi possono essere uno successivo all’altro. Il decreto prevede anche che – se i contratti collettivi non hanno già previsto un tetto – i contratti a termine possano coprire fino ad un massimo del 20 per cento dell’organico (ma le aziende sotto ai 5 dipendenti possono comunque stipularne uno).

Quanto agli apprendisti, rispetto alla legge Fornero cade il divieto di non assumerne di nuovi se non ne sono stati confermati almeno il 30 per cento della precedente “tornata”. Cade anche l’obbligatorietà, per il datore di lavoro, di assicurare all’apprendista di secondo livello una formazione “trasversale”, ovvero di garantirgli la frequenza di corsi regionali, se ci sono, o di organizzarglieli ad hoc. Questa “scuola”, prima obbligatoria a scapito di multe salate in termini di contributi versati, ora sarà solo discrezionale. “Flessibilità — precisa Paolo Pennesi, segretario generale del ministero del Lavoro — che permetteranno alle aziende di fare nuove assunzioni con maggiore sicurezza e minore burocrazia”.

fonte: La Repubblica

http://www.repubblica.it/economia/2014/03/20/news/lavoro_pubblicato_il_decreto_delle_polemiche_che_riforma_i_contratti_a_termine_e_l_apprendistato-81483514/?ref=HREC1-3