Poesia

Pubblichiamo una nuova opera del nostro lettore e collaboratore pietro.pancamo@alice.it

Vecchiaia: canto di un barbone errante della discarica

 I

Quanta spazzatura

che mi ritrovo addosso

nelle dolci siepi di bosso.

Qui tra le foglie verdi

han fatto una discarica.

L’oblò di lavatrici scoperchiate

è un belvedere

per le formiche nere.

(Provviste nel secchio:

alimenti scompagni

come le scarpe vecchie,

bucate dalla noia dell’usura).

“Alla discaricaaaa!!”,

gridano torme di rifiuti.

 II

Caldo e fetore

nei venti acuti

si mescolano a formare

uno smog estivo.

(Infatti se gli uomini

dàn di matto,

la sporcizia dà di puzzo).

Così il rosso del mio sangue,

che ogni mattina si sveglia,

non vuol dire più

rigenerazione

ma soltanto

riciclaggio.