Milano, Pisapia sulle unioni civili: “Serve una legge, il registro non basta”
Il decreto legge agita anche le acque milanesi. Il sinaco chiede al Pd di andare avanti senza tentennamenti. Il vicesegretario Serracchiani lancia un appello ai M5s
di ORIANA LISO
Non bastano i registri delle unioni civili che tanti Comuni italiani hanno fatto, negli ultimi anni, ma “serve una legge che elimini qualsiasi discriminazione”: mentre in Parlamento ci si prepara alla battaglia sulla legge che potrebbe portare alla spaccatura tra Pd e Ncd, il sindaco Giuliano Pisapia, da Milano, chiede al centrosinistra di andare avanti senza tentennamenti. Lo fa a margine dell’assemblea nazionale di ReteDem, la corrente di sinistra del Pd, al teatro Elfo Puccini, anche commentando tanti degli interventi fatti dal palco che, appunto, chiedono al governo Renzi di non retrocedere sul disegno di legge.
Proprio Milano è stata una delle città che per prime hanno portato avanti la battaglia, istituendo nel settembre 2012 il registro delle unioni civili nella sede dell’Anagrafe: a luglio è stata registrata la millesima coppia iscritta e in quell’occasione Lorenzo Casinghini e Salvatore Scifo – prima di festeggiare con 130 invitati in un castello fuori Milano – raccontavano che le loro fedi “sono state ‘benedette’ da un prete, che è venuto a casa nostra per aiutarci ad adattare le parole del rito religioso: vogliamo una festa che sia un vero matrimonio, per i nostri genitori e per dare un senso all’unione civile”. Ma, è quello che da sempre ripete Pisapia, le iniziative dei singoli Comuni hanno una portata limitata, che soltanto una legge nazionale può correggere.
Quella legge che, adesso, dovrebbe arrivare in aula, in una versione (il ddl Cirinnà bis) che già è stata modificata e che dovrà superare il fuoco del Nuovo centrodestra e non solo: sabato al dibattito (a porte chiuse) organizzato al Pirellone per parlare di famiglia tradizionale, la parola d’ordine è stata il no all’ideologia gender e no alle unioni civili. “Se passeranno – è la minaccia del presidente del consiglio regionale lombardo, il ciellino Raffaele Cattaneo – “Ncd uscirà dal governo”. Un voto che avrà riflessi anche sulle amministrazioni locali, visto che la Lega, a sua volta, mette un paletto al partito di Angelino Alfano, precisando che “Se Ncd votasse il ddl Cirinnà, sarebbe poi un problema proporre l’alleanza lombarda in altre amministrazioni”.
Per superare le resistenze interne, il Pd guarda alle opposizioni: è la vicesegretaria nazionale del Pd Debora Serracchiani, anche lei all’assemblea di ReteDem a dire chiaro che “chiediamo il voto anche al MoVimento 5 Stelle, se vogliono finalmente fare qualcosa. Lo chiediamo a tutte le forze politiche che credono all’opportunità, alla necessità di dare una disciplina alle unioni civili a un Paese che è rimasto fermo al palo. Lo chiediamo alla nostra maggioranza, e se non ci sarà la possibilità da parte di Ncd di votarle ce ne faremo una ragione, ci saranno altre forze politiche pronte a farlo”. Sulla stessa linea anche Roberto Speranza, deputato della minoranza dem: “Su una riforma così importante non possiamo guardare agli equilibri con Ncd o ad altro, bisogna investire su una riforma che serve al Paese”.
fonte: La Repubblica
http://milano.repubblica.it/cronaca/2015/10/18/news/milano_pisapia_sulle_unioni_civili_serve_una_legge_il_registro_non_basta_-125356818/