Pippo Civati, così non va

di Claudio Grassi

civati_possibile_attacca_renzi.jpg.pagespeed.ce.1B2M2Y8AsgSono molto rammaricato – se i commenti e gli articoli che ho letto sulla rete sono veritieri – dall’esito della assemblea di Possibile, il movimento fondato da Beppe Civati dopo la sua uscita dal Pd.
Su tre questioni:
1) come si fa a lanciare una campagna referendaria importantissima dicendo agli altri: qui ci sono i quesiti se vi vanno bene sono questi, altrimenti amen? 600.000 firme entro il 30 settembre con agosto in mezzo? Chi le raccoglie? E se non si raccolgono quali sono le conseguenze politiche per tutti? Ma – soprattutto – i temi e i quesiti chi li ha scelti?
2) penso sia giusto che Civati una volta uscito dal Pd cerchi di aggregare più persone possibile e che, quindi, costituisca una propria associazione. Ritengo un grave errore, però, pensare che tutti gli altri debbano entrare in questa associazione e che questa venga proposta come il nucleo fondativo della nuova sinistra in Italia.
3)penso anche che non sia il caso di ridicolizzare gli altri pezzi della sinistra, in particolare Sel. È vero che Sel, il Prc e gli altri non possono rappresentare una alternativa e la loro credibilità si è ridotta ai minimi termini. Ma questo, caro Civati, vale anche per la sinistra Pd poiché in questi anni non solo ha fallito nell’impresa di costruire una alternativa al renzismo, ma ha votato di tutto e di più!
Se vogliamo che all’appuntamento di ottobre per costruire quella Sinistra che manca in Italia non sia l’ennesimo dejà vu occorre mettersi a disposizione  non pensare che gli altri siano a disposizione.