Riflessione di Renzo Baricelli letta a conclusione della sua testimonianza alla assemblea degli studenti dell’Istituto Erasmo di Sesto San Giovanni
Certo per ricordare le vittime, il loro numero impressionante: bambini, vecchi, donne, uomini, giovani, anziani. Senza distinzione.
C’era un criterio che le univa: bisognava che fossero sterminate tutte e prima che morissero bisognava sopprimere la umanità che era in loro: l’umanità dei loro corpi, l’umanità dei loro sentimenti.
Ecco, il sistema premeditato, programmato di sottomettere a totale arbitrio dei loro aguzzini, alle brutalità e sevizie e alla fame le persone imprigionate fino a ridurle a scheletri viventi per annientare la loro volontà e la loro resistenza a rimanere esseri umani.
La memoria per sapere ciò che hanno fatto uomini che si credevano super uomini e per questo dovevano annientare l’umanità che era nell’altro
Perché questo accada non basta un capo folle occorre che un popolo si lasci sedurre dalla follia.
Questo non avviene di colpo, all’improvviso. Prima hanno eliminato quelli che si opponevano e hanno aggredito e imprigionato quelli che osavano criticare pubblicamente.
Con la violenza fisica, pubblicamente (e impunita) contro singole persone e con la violenza della menzogna hanno impaurito la gente. Rischioso non era solo opporsi o criticare pubblicamente, era diventato rischioso anche stare in disparte, bisognava aderire, manifestare consenso. Consenso a tutto.
E questo diventa possibile se c’è condiscendenza o aperto sostegno delle classi dirigenti istituzionali (governo, parlamento, dirigenti degli apparati dello stato): economiche (industriali, agrarie, finanziarie, individualmente e/o loro associazioni): culturali (corpi accademici-universitari, giornalisti, corpi giudiziari): con la contestuale ignavia delle forze politiche democratiche
In questo modo uno stato democratico viene trasformato in uno stato totalitario. Normali cittadini vengono trasformati in obbedienti esecutori di ordini “folli”. Sorprendentemente in poco tempo.
Le conseguenze le abbiamo conosciute, si conoscono .
A volte vediamo i sintomi iniziali di questi processi involutivi, ma non ci facciamo caso,li sottovalutiamo. Ecco, la memoria, il sapere cosa è successo e come ha fatto a succedere, ci è necessario per evitare che succeda di nuovo.
Di questo insieme di problemi è utile che se ne parli, si discuta, si approfondisca la conoscenza essenziale della loro natura e delle maniere per impedire che possano ripresentarsi…
Ci sono e sono disponibili a tutti, molti materiali, documenti, memorie …
Non possiamo dire che non sapevamo, che non eravamo a conoscenza…
Redazione