Operaia dell’Amsa, per la sua intelligenza, entusiasmo, dedizione alla causa, fu chiamata dal PCI a svolgere impegnativi ruoli direttivi nel partito a Milano e eletta nel Comitato Centrale.
In seguito fondò Rifondazione Comunista, di cui fu componente della segreteria. Diresse importanti settori di lavoro, con particolare competenza e cura per la politica internazionale.
Costruì, infatti, la Sinistra Europea, di cui fu eletta vicepresidente. La capacità di relazione, di rapporto vero di Graziella, con compagne e compagni, soprattutto giovani, fu splendida, commovente.
Graziella nel corso del suo lungo percorso di militante e dirigente ha dimostrato di sapere mettere in discussione anche la propria identità e la propria storia dentro una ricerca politico-culturale ininterrotta.
La sua antica militanza nel Pci non le impedì di essere protagonista della stagione del movimento altermondialista con grande entusiasmo e curiosità e di muoversi a suo agio dentro il mondo dei centri sociali che sapevano di poter contare su una compagna parlamentare sempre disponibile e combattiva.
Intendeva ed agiva il ruolo di dirigente come funzione, servizio, non come tassello di una carriera gerarchica ed anche e soprattutto come scoperta di nuovi terreni di impegno e iniziativa. Fondamentale il suo contributo nello schierare il PRC sul fronte del garantismo.
E’ stata dolorosa la rottura con compagne e compagni di valore come lei nel 2008.
Graziella ha proseguito in maniera originale il suo impegno in forme diverse dalla militanza di partito fondando l’associazione e la scuola Altramente, la definì “militanza sociale” per “un’altra Europa dal basso” in connessione con il GUE e la fondazione Rosa Luxemburg. Ci aveva fatto enorme piacere apprendere che con la curiosità di sempre negli ultimi mesi aveva seguito con simpatia la pazza impresa di Potere al popolo. Graziella fu anche una bravissima parlamentare. Fu vicepresidente del gruppo del Prc alla Camera.
E’ impossibile ricordare le moltissime proposte di legge, interrogazioni, interpellanze. Basti qui ricordare che non fu parlamentare «di Palazzo», ma di strada. Quando chi lottava aveva bisogno di un intervento istituzionale, Graziella c’era. Molto lottò per il miglioramento della condizione carceraria.
Un tema, però, vogliamo ricordarlo.
Il suo lavoro appassionato e controcorrente per la verità sulla «macelleria messicana» di Genova. Tentò di ricostruire la catena di comando e le responsabilità politiche. Ma il Potere si arroccò nell’omertà. Il Parlamento non volle fare un’inchiesta seria.
Ma il problema che Graziella pose è lì, sfregio di una democrazia che decise di suicidarsi dentro la «ragion di Stato».
Graziella vogliamo ricordarla così: come partigiana della democrazia costituzionale.
Maurizio Acerbo e Giovanni Russo Spena
Pubblichiamo questo articolo apparso su il Manifesto del 14 marzo 2018 sapendo che molti nostri lettori hanno avuto modo di conoscere questa carissima compagna c