Patria Indipendente: il quasiquotidiano

Da settembre “Patria Indipendente” non più solo quindicinale, ma con nuovi articoli giorno per giorno. Perché? Per dare notizie fresche su di un Paese in cui è cambiato e sta cambiando tutto (in peggio) a gran velocità

    

Ovviamente buone vacanze antifasciste. Intanto, lavoriamo per migliorare Patria Indipendente, con qualche prova generale già iniziata.

Per essere chiari, l’obiettivo è trasformare il periodico in un quasiquotidiano. Perché? Perché nel nostro Paese è cambiato e sta cambiando tutto (quasi sempre in peggio) a gran velocità: sono frequentissime – come si sa – le esternazioni e le decisioni sul tema dei migranti in base alla parola d’ordine di Salvini “Non siamo servi di nessuno. L’Italia agli italiani!”, che – guarda un po’! – è il titolo e il simbolo dell’alleanza fra Forza Nuova e Fiamma Tricolore (“Italia agli italiani”); si diffonde di conseguenza una mefitica ventata di razzismo, alimentata dalle dichiarazioni e dai comportamenti nel ministro dell’Interno e incarnata negli oramai quotidiani episodi di violenza, che spesso sfocia nell’omicidio, di persone dalla pelle nera; è stata aperta, sempre dal ministero dell’Interno, la caccia al rom e al sinti; Casapound ha recentemente dichiarato il suo pieno sostegno all’attuale governo nel silenzio cimiteriale dei due partiti di maggioranza; va avanti (con qualche distinguo) la riforma della legge sulla legittima difesa; vengono occupati dai governanti attuali tutti i posti possibili e immaginabili che neanche nel gioco dei quattro cantoni (dal consiglio d’amministrazione delle Fs allo sconcertante caso Rai); si conferma l’espulsione della Casa internazionale delle donne dalla sua sede romana; si vaticina – Casaleggio junior docet – la scomparsa prossima ventura del parlamento, inutile e superato orpello, e la sua sostituzione con una imprecisata “democrazia diretta” via internet, magari governata dalla piattaforma Rousseau; si promuove una campagna quotidiana di irrisione e di disprezzo contro i parlamentari (vecchi e nuovi) dipinti più o meno come privilegiati e nullafacenti, rispetto a cui Guglielmo Giannini, capo dell’Uomo Qualunque – il “populista” del dopoguerra – era un dilettante allo sbaraglio; si cambia la morfologia, ancorché costituzionalmente definita, del presidente del Consiglio, trasformandola in una funzione ancillare di due ministri, rappresentanti dei partiti attualmente al governo; si tende a far scomparire l’antifascismo come cultura e valore costitutivo delle istituzioni (con alcune eccezioni di straordinaria autorevolezza come il Presidente Mattarella). L’opposizione politica stenta, balbetta, appare sostanzialmente inerte.

Se questo è, per titoli ed approssimazioni, il quadro, ne discende l’urgenza di un adeguamento di tutto il mondo che si riconosce nella Costituzione e nell’antifascismo, affinché si costruiscano risposte, possibilmente unitarie e condivise, che siano effettivamente all’altezza di una situazione che è giàprecipitata.

È recente un esempio positivo di cui abbiamo a lungo parlato: 7 luglio, la giornata delle magliette rosse (vedi http://www.patriaindipendente.it/idee/copertine/magliette-rosse/).

Dando per scontato che è più facile trovare l’acqua su Marte (cosa avvenuta grazie alla tecnologia italiana) che far cambiare linea politica a Salvini, ciascuno deve prendere le sue contromisure…per continuare a leggere cliccare:

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