Parlamento Ue: “L’Italia dica sì ai matrimoni gay”

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mio commento: il nostro Paese arriva sempre in fondo alla classifica rispetto alla maggior parte dei Paesi nella classifica dei Diritti Civili e umani che devono essere concessi ai cittadini. Mario Piromallo

L’Europa lo chiede a nove stati, compreso il nostro. Intanto al Senato la maggioranza si spacca sulle unioni civili. Braccio di ferro in commissione Giustizia, dove sono stati respinti 11 emendamenti centristi al ddl Cirinnà

Monica Cirinnà, relatrice Pd del ddl sulle Unioni Civili (ansa)ROMA –  È di due mesi fa la condanna della Corte europea dei diritti umani per il mancato riconoscimento legale da parte del nostro Paese delle coppie dello stesso sesso. Oggi una nuova sollecitazione arriva  dal Parlamento Ue, che ha chiesto a nove Stati membri, tra cui l’Italia, di “considerare la possibilità di offrire” alle coppie gay istituzioni giuridiche come “la coabitazione, le unioni di fatto registrate e il matrimonio”. La richiesta è inserita nel paragrafo 85 del rapporto sulla Situazione dei diritti fondamentali nella Ue approvato oggi a Strasburgo.

Con il rapporto firmato dall’europarlamentare M5S Laura Ferrara, il Pe ha altresì chiesto alla Commissione Ue di “presentare una proposta di normativa ambiziosa che garantisca il riconoscimento mutuo” delle unioni e matrimoni registrati in altri paesi in modo da “ridurre gli ostacoli amministrativi e giuridici discriminatori che devono affrontare i cittadini” per esercitare il loro diritto alla libera circolazione. Nel capitolo dedicato ai diritti delle persone LGTBI, Strasburgo condanna “con la massima fermezza la discriminazione e la violenza” commesse contro questo gruppo di persone e chiede agli Stati di “sanzionare” le cariche pubbliche che “insultano o stigmatizzano” omosessuali e transessuali. Per questi ultimi il Parlamento chiede di facilitare le procedure burocratiche per il riconoscimento del nuovo genere.

Intanto in Italia la maggioranza si spacca sulle unioni civili . È muro contro muro fra Pd e Area popolare  (spalleggiata da Forza Italia), con scambio di reciproche accuse sulle responsabilità della frattura. Dopo un braccio di ferro durato tutta la mattinata in commissione Giustizia al Senato, sono stati  respinti 11 emendamenti centristi al ddl Cirinnà (dal nome della relatrice del Pd Monica Cirinnà). E la situazione resta al palo.

“Ci siamo trovati contro un muro” ha detto il senatore Carlo Giovanardi (Ncd). L’emendamento premissivo (quello votato la settimana scorsa da Pd , M5S e conservatori sulla definizione delle coppie di fatto come specifica formazione sociale), “è stato svuotato dalle dichiarazioni alla stampa del relatore. Non solo – continua Giovanardi – il governo è entrato a gamba tesa sui tempi e sui modi di approvazione” della legge. Il “nostro preciso dovere è di fare una grande battaglia parlamentare” contro norme contrarie “alla lettera della Costituzione”.

Ma le accuse vengono rimandate al mittente dalla stessa Cirinnà: “L’emendamento premissivo è stato un grande segnale di apertura che nessuno ha tenuto in considerazione”, visto i voti contrari o le astensioni che si sono registrati.  “Siamo noi che ci siamo trovati di fronte a un muro dall’altra parte. Sono arrivati persino senatori di altre commissioni in sostituzione che hanno lavorato al solo scopo di farci votare appena undici emendamenti in un’intera mattinata”.

Alla querelle interna alla maggioranza si aggiunge anche la voce di Forza Italia con il senatore Giacomo Caliendo: “C’è la volontà da parte della maggioranza di fare una fotocopia del matrimonio, un simil matrimonio senza avere il coraggio di chiamarlo tale”, con un’unica eccezione della cosiddetta “adozione legittimante”, ha aggiunto riferendosi alla norma per cui diventano figli legittimi coloro che sono stati adottati. “Sostengo da anni la necessità – ha continuato il senatore azzurro – di intervenire con un provvedimento organico sui diritti e i doveri delle persone che vengono discriminate. Non accetto una legge con cui si discrimina persone di sesso diverso che si trovano nelle stesse condizioni”.

Mentre Maurizio Gasparri ha chiarito che “senza sostanziali modifiche la legge non si farà. Ci sono alcune cose che vanno messe chiaramente nero su bianco in particolare per quanto riguarda le adozioni dove non si accettano ambiguità. Siamo poi intenzionati a dare battaglia perché l’aberrante pratica dell’utero in affitto non possa essere in alcun modo introdotta nel nostro Paese”.

Da Area popolare con Maurizio Sacconi sono arrivate ulteriori integrazioni agli emendamenti già presentati dall’Ncd Giovanardi affinchè le unioni civili non possano accedere alle stesse provvidenze di cui godono le unioni matrimoniali ‘orientate alla procreazione’. Quindi niente provvidenze pubbliche, pensioni di reversibilità e assegni familiari. “Lo Stato non deve entrare nelle stanze delle persone e deve rispettarne la privacy”, ha spiegato Sacconi, “lo Stato si occupa di un profilo fondamentale per la continuità della società” che avviene attraverso la procreazione, ha concluso.

fonte: La Repubblica

http://www.repubblica.it/politica/2015/09/08/news/unioni_civili_maggioranza_spaccata_ostruzionismo_da_ap_e_forza_italia-122453468/?ref=HREA-1