Palestinesi formalizzano adesione alla Cpi

È fatta, palestinesi formalizzano adesione alla Cpi

—  Michele Giorgio, Gerusalemme, 2.1.2015

Palestina. L’ambasciatore Riyad Mansour ha depositato ieri i documenti per accedere a 14 convenzioni e trattati, tra cui lo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale. Pronte le ritorsioni israeliane e, forse, anche quelle americane.

Il dado è tratto. L’ambasciatore pale­sti­nese al Palazzo di Vetro, Riyad Man­sour, ha depo­si­tato ieri all’ufficio legale dell’Onu i docu­menti per acce­dere a 14 con­ven­zioni e trat­tati, tra cui lo Sta­tuto di Roma della Corte Penale Inter­na­zio­nale. Il pre­si­dente Abu Mazen non è tor­nato indie­tro e ha con­fer­mato quanto annun­ciato, e fir­mato in diretta tele­vi­siva, dopo la boc­cia­tura a fine anno, da parte del Con­si­glio di Sicu­rezza, della riso­lu­zione pale­sti­nese che chie­deva il ritiro entro tre anni di Israele dai ter­ri­tori che ha occu­pato nel 1967. Man­sour ha pre­ci­sato che lo Stato di Pale­stina chiede che siano inda­gati i cri­mini di guerra com­messi da Israele a par­tire dallo scorso 13 giu­gno, in par­ti­co­lare a Gaza. Ma, ha aggiunto, non esclude di chie­dere che il pro­ce­di­mento venga allar­gato a tutte e tre le offen­sive mili­tari che Israele ha lan­ciato con­tro Gaza a par­tire dalla fine del 2008: Piombo Fuso, Colonna di Difesa e Mar­gine Pro­tet­tivo. Anche la colo­niz­za­zione israe­liana, ha con­cluso Man­sour, rien­tra nei cri­mini di guerra. Il capo­ne­go­zia­tore dell’Olp, Saeb Ere­kat, ha comu­ni­cato che la richie­sta di ade­sione sarà accolta tra 60 giorni.

Il passo pale­sti­nese potrebbe inne­scare le ritor­sioni discusse dal governo Neta­nyahu. Voci non con­fer­mate par­lano di ulte­riori restri­zioni per i pale­sti­nesi nei Ter­ri­tori occu­pati e del con­ge­la­mento dei per­messi spe­ciali accor­dati ai diri­genti dell’Autorità nazio­nale pale­sti­nese (Anp). Neta­nyahu l’altro giorno ha affer­mato che i pale­sti­nesi hanno da temere più di Israele da una inda­gine su cri­mini di guerra, alla luce di quella che ha defi­nito “l’alleanza” tra l’Anp e il movi­mento isla­mico Hamas. In realtà Neta­nyahu sa che i pale­sti­nesi sono in grado, sulla base di rap­porti ed inchie­ste inter­na­zio­nali, di far met­tere sotto inda­gine Israele in rela­zione al com­por­ta­mento delle sue Forze armate. Per que­sta ragione ha annun­ciato che pro­teg­gerà in ogni sede i suoi sol­dati ed ufficiali.

Oltre alle san­zioni israe­liane, Abu Mazen e l’Anp potreb­bero subire anche quelle sta­tu­ni­tensi. Washing­ton che ha con­dan­nato la deci­sione pale­sti­nese di ade­rire alla Cpi, versa annual­mente nelle casse dell’Anp circa 400 milioni di dol­lari. Un taglio dei finan­zia­menti potrebbe essere preso subito in con­si­de­ra­zione dal nuovo Con­gresso, con­trol­lato dai Repub­bli­cani, for­te­mente filo israe­liano. Una nuova legge pre­vede che nes­sun finan­zia­mento Usa potrà essere dato ai pale­sti­nesi se que­sti agi­ranno per far inda­gare cit­ta­dini israe­liani per pre­sunti cri­mini di guerra. Negli ultimi mesi mem­bri repub­bli­cani e demo­cra­tici del Con­gresso hanno chie­sto ripe­tu­ta­mente il con­ge­la­mento dei finan­zia­menti all’Anp. Secondo fonti di Ramal­lah la lea­der­ship pale­sti­nese non sarebbe par­ti­co­lar­mente pre­oc­cu­pata da que­ste pos­si­bili ritor­sioni poi­chè i fondi Usa fini­scono in gran parte negli appa­rati di sicu­rezza dell’Anp. Taglian­doli gli ame­ri­cani fini­reb­bero per col­pire pro­prio le strut­ture che più aper­ta­mente coo­pe­rano con i ser­vizi segreti israeliani.

fonte: il Manifesto
http://ilmanifesto.info/e-fatta-palestinesi-formalizzano-adesione-alla-cpi/