Palazzotto, Sinistra Italiana: in Libia emergenza umanitaria

Serve il ripristino nel Mar Mediterraneo di una missione di salvataggio europeo

6 NOVEMBRE 2019 – La Redazione di Sinistra Italiana

In Libia c’è una emergenza umanitaria, la più grande violazione sistematica dei diritti umani conosciuta dalla seconda guerra mondiale ad oggi. Quelli in Libia sono campi di concentramento finanziati dall’Italia e dall’Unione Europea. La rinegoziazione del memorandum con la Libia va bene ma deve essere fatto a tre condizioni: la chiusura immediata dei centri per i migranti presenti in Libia, la fine della detenzione degli stessi migranti, cosa che il governo libico può fare con un tratto di penna, un piano di evacuazione europeo di quei migranti ancora presenti in territorio libico e il ripristino nel Mar Mediterraneo di una missione di salvataggio europeo che restituisca civiltà e umanità alle nostre istituzioni.

Lo afferma il deputato Erasmo Palazzotto di LeU intervenendo in Aula a Montecitorio sulle comunicazioni del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.

La vicenda libica è una vicenda complessa che attiene non solo alla questione migratoria, prosegue Palazzotto. Avere intrecciato la questione della stabilizzazione della Libia con quella migratoria è stato un errore strategico che l’Italia e l’Europa hanno compiuto. Oggi abbiamo davanti il fallimento della comunità internazionale, e dell’Italia in particolare, del processo di transizione, pacificazione e ricostruzione della Libia. La Libia è uno stato tecnicamente fallito. Oggi sappiamo grazie ad inchieste giornalistiche e ai rapporti delle Nazioni Unite che il capo della Guardia costiera di Zawiya è un noto trafficante di esseri umani. Inchieste giornalistiche fatte da Nello Scavo e Nancy Porzia ora sotto scorta perché minacciati da Abdou Rahman meglio noto con il nome di battaglia di ‘Bija’. In questi anni uomini e donne delle organizzazioni non governative hanno, con il loro intervento nel Mediterraneo, salvato la nostra umanità mentre gli Stati si giravano dall’altra parte di fronte al dramma migratorio e alle morti in mare, conclude Palazzotto.