Israele bombarda. Hamas reagisce. E mentre i palestinesi continuano a morire per i bombardamenti dell’aeronautica di Tel Aviv – l’ultimo bilancio parla di 52 morti, tra cui 8 bambini – centinaia di razzi continuano a lasciare scie nei cieli di Israele, lanciati dalla Striscia e minacciando anche la centrale nucleare di Dimona.
Una situazione drammatica che rischia di precipitare verso una strada di non ritorno. La radicalizzazione delle posizioni sta portando ad un acuirsi del conflitto che infetterà inevitabilmente anche i paesi limitrofi, a partire dal Libano e dalla Siria. Israele deve fermare immediatamente l’escalation militare.
Ieri il capogruppo alla Camera di Sel Arturo Scotto e Francesco Martone del dipartimento Esteri hanno incontrato l’ambasciatrice palestinese Dott.ssa Mai Alkaila. Dopo l’incontro Sel ha chiesto al ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini di adoperarsi per un’iniziativa immediata a livello europeo per un cessate il fuoco, e l’apertura di corridoi umanitari per l’assistenza alla popolazione palestinese. L’Europa non può stare a guardare.
Questo naturalmente non basta. Sel vuole mettersi a disposizione per immaginare uno sforzo comune e riportare al centro della discussione politica sulla Palestina il tema della pace, di come costruirla, di quali prospettive. A maggior ragione ora che l’Italia è presidente di turno dell’Unione Europea.
Sinistra Ecologia Libertà incontrerà all’inizio della prossima settimana molte tra le associazioni pacifiste per verificare la possibilità di un impegno largo e comune al fine di rimettere il tema della Pace al centro dell’agenda politica italiana ed europea.
Ma non c’è tempo. Occorre fare qualcosa subito. Invitiamo tutti e tutte a fare un gesto, pubblicando sui social le proprie considerazioni e la bandiera della pace, e invitando gli amici a fare lo stesso.
Tiriamo fuori dai cassetti le nostre bandiere arcobaleno e torniamo ad esporle di nuovo dai balconi. Facciamolo. Eravamo milioni nel 2003, siamo milioni ancora oggi, solo più sperduti e disorientati. Avevamo milioni di motivi per dire ‘no alla guerra’, ci chiamarono ‘utopisti, radicali, sognatori’ ma a distanza di un decennio si vede in Iraq, in Afghanistan, in Medio Oriente da che parte erano le ragioni e da che parte i torti. Diamo nuova vita a quel gesto, mettiamo le bandiere per dare nuova voce alle nostre ragioni.
Facciamoci sentire. Per Israele e per la Palestina non c’è pace senza giustizia. #restiamoumani
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dal sito di SEL
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