Oggi 200 milioni di persone votano in India
In un seggio elettorale nel villaggio di Kamshet, nello stato di Maharashtra, nell’India occidentale, il 17 aprile. (Danish Siddiqui, Reuters/Contrasto)
Il 17 aprile è il giorno più importante delle elezioni indiane, con 121 seggi in palio in dodici stati e duecento milioni di elettori coinvolti.
Le elezioni legislative devono rinnovare i 543 seggi del Lok Sabha, la camera bassa del parlamento indiano che poi sceglierà il nuovo primo ministro. In totale sono chiamati alle urne 814 milioni di persone, più della popolazione degli Stati Uniti e dell’Unione europea messe insieme. Viste le dimensioni dell’evento, nei 28 stati della confederazione indiana le elezioni si svolgono in nove fasi distribuite su sei settimane, dal 7 aprile al 12 maggio, mentre lo spoglio avverrà il 16 maggio.
Tra gli stati in cui si vota il 17 aprile ci sono il Kashmir indiano a nord, il Rajasthan a ovest e il Bengala occidentale a est. A sud uno stato chiave è il Karnataka, che conta più di 40 milioni di elettori e 28 seggi da assegnare, tra cui quello del polo tecnologico di Bangalore, dove la lotta elettorale è particolarmente accesa.
I candidati e la campagna elettorale. I due principali candidati alla carica di primo ministro sono Rahul Gandhi e Narendra Modi. Gandhi rappresenta il Congress, il partito che guida la coalizione di governo uscente, mentre Modi, favorito nei sondaggi, è il leader del partito nazionalista indù Bharatiya janata party (Bjp), la principale forza di opposizione. Molti indiani pensano che Rahul Gandhi, figlio e nipote di ex premier, non sia adatto a guidare il partito e il paese. Modi, invece, è considerato un leader forte e carismatico. Ma è stato anche criticato per le sue tendenze autoritarie e il legame con organizzazioni indù estremiste, e persistono i dubbi sulle sue responsabilità nella rivolta antimusulmana del 2002, in cui sono state uccise oltre mille persone.
Il Congress promette di investire nello sviluppo economico e nello stato sociale. L’inflazione, gli scandali di corruzione e il rallentamento dell’economia però lo hanno danneggiato, e a queste elezioni il partito rischia di ottenere il più basso numero di seggi della sua storia. Il Bjp insiste sulla necessità di migliorare l’economia e le infrastrutture e si è impegnato a lottare contro la corruzione. La terza forza politica in campo, l’Aam adami party (Aap), potrebbe però togliere alcuni seggi al Bjp, impedendogli di raggiungere la maggioranza (272 seggi) e costringendolo a formare una coalizione per governare.
Chi va ai seggi e come si vota. Le donne indiane costituiscono il 48,5 per cento dell’elettorato, e la loro sicurezza è diventato uno dei temi decisivi della campagna elettorale. Per circa 150 milioni di indiani si tratta delle prime elezioni. Nei 935mila seggi elettorali sparsi in tutto il paese lavoreranno 11 milioni di persone tra funzionari e forze di sicurezza.
Per facilitare le operazioni sono impiegate 1,7 milioni di macchine per il voto elettronico o Evm (Electronic voting machine). Si tratta di macchinari grandi quanto una valigetta, introdotti per la prima volta nelle elezioni indiane del 1988 e diventati uno strumento standard a partire da quelle del 2004, spiega l’Atlantic. Sono alimentati a batteria e contengono 64 pulsanti, associati al simbolo di un candidato o di un partito.
La commissione elettorale indiana ha diffuso un video in cui spiega il loro funzionamento:
(Fonte: Election commission of India)La presenza dei simboli rende il voto più accessibile, considerato che in India ci sono 287 milioni di adulti analfabeti (quasi il 37 per cento del totale mondiale) e si parlano 22 lingue diverse, per citare solo quelle ufficialmente riconosciute. Una Evm costa 10.500 rupie, cioè circa 125 euro, mentre secondo l’Atlantic una macchina utilizzata per il voto negli Stati Uniti può arrivare anche a 6.000 dollari (oltre 4.300 euro).
Ma questi strumenti hanno anche dei limiti. Ogni Evm può registrare un massimo di 3.840 voti (la commissione elettorale ha dichiarato che un seggio elettorale deve essere associato a non più di 1.500 elettori). Inoltre le macchine non sono immuni alle manomissioni, come testimoniato da un rapporto del 2010 e come è stato poi riconosciuto nel gennaio del 2012 dalla corte suprema indiana, che ha chiesto alla commissione elettorale di allegare una traccia cartacea delle operazioni di voto.
In ogni caso, le Evm indiane sono state utilizzate anche nei paesi vicini. Nel 2013 il governo di New Delhi ne ha fornite più di quattromila al Bhutan e sono state esportate anche in Nepal e in Namibia, ricorda il Times of India.
fonte: http://www.internazionale.it/news/india/2014/04/17/oggi-200-milioni-di-persone-votano-in-india/