mio commento: Si sarebbe dovuto procedere con il Referendum. Il governo, per evitare il Referendum, ha prima cancellato i Voucher. Ora sembra che verranno reintrodotti con un nome diverso! Se fosse tutto confermato, questo atteggiamento del governo è perlomeno vergognoso e molto scorretto. Mario Piromallo
Pare che i nuovi voucher si chiameranno Prest.O. (sigla che indica la “prestazione occasionale”)
Cambia il nome, ma non la sostanza.
Scarica il volantino da stampare e distribuire:http://bit.ly/2qpu4qT
Non ci sono altre parole per definire il tentativo del governo di reintrodurre i voucher con un emendamento alla cosiddetta manovrina economica. L’unica manovrina è però quel gioco di palazzo vergognoso del governo Renzi-Gentiloni.
Ecco cosa è successo:
Il Jobs Act di Renzi e Poletti nell’estate 2015 ha fatto esplodere l’utilizzo dei voucher ampliandone ulteriormente la possibilità di utilizzo. È stata un valanga. Già in pochi mesi, alla fine del 2015, l’INPS certificava l’esplosione dell’utilizzo di tale strumento:
+ 70% rispetto all’anno precedente, fino ad arrivare nel 2016 a oltre 145 milioni di
voucher venduti. Quasi 300 voucher al minuto. Il tutto sulla pelle dei lavoratori.
Al contrario della propaganda che li ha accompagnati, i voucher non hanno favorito la lotta al lavoro nero, ma anzi hanno consentito di coprirlo e legittimarlo con questo strumento di sfruttamento e impoverimento del lavoro, sostituzione di lavoro stabile.
Nella scorsa primavera milioni di persone hanno firmato a sostegno dei referendum
proposti dalla CGIL: tra questi un quesito per la totale abrogazione dei voucher.
Essendo ancora fresca la loro sconfitta del 4 dicembre sulla Costituzione, per evitare la celebrazione dei referendum già calendarizzati per il 28 Maggio 2017, temendo ancora una volta il voto popolare, Gentiloni gioca d’anticipo ed emana un decreto con cui abolisce i voucher: una vittoria, seppur ottenuta a tavolino.
Adesso, trascorsi neanche due mesi dall’emanazione del decreto di abolizione, il governo intende reintrodurre i voucher, cambiando il nome, ma non la sostanza aggirando la volontà popolare e prendendosi gioco di un istituto costituzionale come quello referendario.
Questo emendamento non è solo una forzatura politica ma un atto ai limiti della legittimità democratica, una manifestazione dell’arroganza del potere.
Ancora più grave è che questo ignobile gioco politico si svolga a danno di milioni di lavoratori offendendo la dignità delle istituzioni democratiche e di milioni di cittadini.