Nuove norme sulle intercettazioni, no al bavaglio

Nuove norme sulle intercettazioni. Bagarre alla Camera: “No al bavaglio”

Primo passo del ddl sul processo penale che contiene la delega al governo sul capitolo intercettazioni. Approvato anche l’emendamento Pagano (Ncd), che prevede il carcere per le registrazioni rubate

ROMA – Primo passo del ddl sulla giustizia penale, che oggi ha avuto il via libera della commissione Giustizia della Camera. Il disegno di legge per la riforma del processo penale arriverà in aula lunedì per l’avvio della discussione generale.

Il ddl contiene al suo interno la delega al governo per scrivere la nuova legge sulle intercettazioni. Come detto il testo approderà a Montecitorio la prossima settimana e affronterà in autunno l’aula del Senato. Solo ad approvazione definitiva il governo potrà esercitare la delega e scrivere le regole per disciplinare l’uso delle intercettazioni da parte dei magistrati in tutti i provvedimenti (arresti, sequestri, perquisizioni) e soprattutto pianificare la pubblicabilità delle intercettazioni stesse.

Ma proprio sulla parte del disegno di legge di riforma del processo penale riguardante le intercettazioni è montata la protesta delle opposizioni che ritornano a parlare di “legge bavaglio”. Nel testo infatti, tra le altre norme, c’è anche l’emendamento a firma di Alessandro Pagano che prevede una stretta sulle intercettazioni “carpite in modo fraudolento” con registrazioni o riprese” con il rischio di carcere fino a 4 anni. La norma non dovrebbe mettere in pericolo inchieste e denunce giornalistiche (nella delega al governo, infatti, non c’è alcuna previsione di pene carcerarie specificamente a carico dei giornalisti) ma ha sollevato ugualmente le proteste del M5S: “È una porcata a danno della libera informazione”, hanno protestato i 5 stelle, esibendo dei cartelli con la scritta #NoBavaglio e annunciando sul blog di Beppe Grillo di essere pronti “a dar battaglia per difendere la libertà d’informazione”.

L’emendamento, però, verso il quale anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha espresso le sue “perplessità”, potrebbe essere riscritto dalla relatrice del Pd Donatella Ferranti che ha assicurato che “non c’è nessuna volontà di mettere il bavaglio alla libera informazione” e che quindi l’emendamento in questione potrebbe essere specificato meglio per tutelare i giornalisti nell’esercizio della loro funzione pubblica. “Non vogliamo impedire nessuna pubblicazione legittima”, ha aggiunto Walter Verini, deputato e capogruppo Pd in commissione Giustizia. “Già nel 2008, prima, e nel 2013 poi c’era scritto nel programma del Pd questo impegno – ha spiegato Verini –  non toccare il sistema delle intercettazioni nella fase delle indagini ma al tempo stesso definire delle norme che rispettando, il sacrosanto diritto alla libera informazione, tutelassero anche la privacy dei cittadini non coinvolti nelle indagini”.

Più tardi David Ermini, responsabile Giustizia della segreteria del Pd, ha chiarito che, per evitare di correre le norme sulle intercettazioni possano bloccare trasmissioni come Report, le Iene o Striscia la Notizia, sarà presentato un emendamento per
escludere i “professionisti” dalle norme che puniscono con il carcere le registrazioni ‘rubate’: “La norma tanto chiacchierata del ddl di riforma del processo penale in merito alle uso delle registrazioni tra privati è molto chiara e di garanzia”, ha detto Ermini, spiegando che “si vuole impedire l’uso fraudolento delle conversazioni private: ma, per essere ancora più chiari e togliere di mezzo qualunque allarmismo e strumentalizzazione e infondati argomenti di accusa, presenteremo in aula un emendamento per escludere esplicitamente dalla norma l’esercizio legittimo di attività professionali e giornalistiche”.

“Questo concetto è già presente nel testo approvato, perchè è evidente che la frode non è compatibile con l’esercizio di una attività professionale svolta in modo legittimo, ma con l’emendamento – ha ribadito- contiamo di mettere a tacere inutili polemiche su un provvedimento di grande rilevanza per il processo penale nel nostro paese”.

fonte: La Repubblica

http://www.repubblica.it/politica/2015/07/24/news/ddl_penale-119742600/?ref=HRER1-1