Ma lo stanno lasciando solo!
Le organizzazioni criminali si sono evolute ma, non scordiamocelo, mantengono la loro attitudine all’uso della violenza. A farne le spese come moltissimi altri, e sempre nelle stesse odiose modalità, è Giulio Cavalli. I “problemi” dell’attore sono iniziati, oramai, nel lontano 2009 quando attraverso il suo spettacolo teatrale, do ut des, dileggiava la vita di un giovane aspirante mafioso. I suoi “guai” non sono finiti neanche durante gli anni del suo impegno civile come consigliere regionale lombardo. Mandato espletato cercando di portare l’antimafia nelle istituzioni che avrebbero dovuto sorvegliare su “Expo 2015”.
Lo “scassaminchia”, così definito in alcune intercettazioni di boss, dava veramente fastidio. Perché fino a qualche anno fa, parlare di mafia al Nord, era un tabù. Raccontare di vicende criminali, in Lombardia, significava rompere il muro di omertà che permetteva alle organizzazioni criminali di fare affari e alla politica di gestire le relative clientele…
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