Moreno Nossa (SEL)
Riceviamo e pubblichiamo un estratto dell’intervento nella seduta di Consiglio comunale che ha deliberato le nuove modalità di gestione del CDD
Nossa (Sel): un tempo a Sesto l’attenzione al sociale non era un semplice costo economico
Abbiamo letto l’avviso pubblico del 4 dicembre 2015 relativo ai 2 CDD, primo passo verso la delibera in votazione questa sera (29 febbraio, ndr), dove la Giunta intende, sottolineiamo dove la Giunta intende, “Potenziare l’intervento territoriale sulla disabilità coprendo tutti i 60 posti accreditati e avviare l’apertura di un centro socio educativo senza aumento di costi a carico del Comune”.
Anche noi abbiamo questi obiettivi. La premessa è interessante e positiva, impossibile per noi di SEL non condividerla, ma pensiamo per chiunque. Per fare tutto questo dobbiamo esternalizzare dice l’amministrazione e su questo supportati dai dati (le famose pere paragonate alle mele non ci convincono), non siamo d’accordo. Non lo siamo non per motivi ideologici, ma dati oggettivi e per il rispetto di tutti.
Si dice: senza aumento di costi a carico del Comune e salvaguardando i dipendenti della struttura. Noi siamo del parere che vi sia un costo maggiore, come ampiamente detto nell’ultima commissione, e come diremo questa sera, basandoci sulla relazione allegata alla delibera e confrontando le pere con le pere e non con le mele.
Ci permettiamo di aggiungere, che con un CDD a 60 posti e un CSE a 10, così come prefigurato in delibera, a nostro parere i cittadini sestesi pagheranno molto di più, a parità o meno della qualità, di questo delicato servizio (…) Se si dovesse esternalizzare il servizio verso una fondazione, sappiate che la fondazione in termini è una società di diritto privato, come evidenziato in commissione, testuali parole. Ma questo sarà un altro tavolo, pur sapendo che in commissione si è detto che i consiglieri comunali che deliberano, deliberano anche una modifica del contratto dei lavoratori, assumendosi nell’eventualità di una vertenza fatta dai lavoratori stessi, una responsabilità giuridica diretta da parte degli stessi consiglieri, non del dirigente.
Il personale comunale attualmente in servizio nei CDD rimarrà in organico all’Amministrazione, che continuerà a farsi carico del pagamento degli stipendi, mentre il gestore dovrà farsi carico del personale aggiuntivo eventualmente necessario. Eventualmente necessario? Certamente necessario per rispettare gli impegni contenuti nella delibera e con qualifiche certe, come la legge prescrive in modo chiaro e dettagliato. (…) I lavoratori hanno presentato proposte molto concrete utili a mantenere il servizio in gestione pubblica, saturarlo di posti e aprire un CSE. Queste proposte mantenevano pubblico il servizio e sarebbero costate meno alla comunità di quanto proposto in delibera. Proposte che hanno avuto il plauso di tecnici e dirigenti competenti di diversi comuni dell’area milanese per la loro sostenibilità e lungimiranza, ma non è servito a nulla. Nella nostra città era già stato tutto deciso, discussioni e suggerimenti inutili. Anzi in commissione vi è stato un atteggiamento di totale chiusura, diciamo un non ascolto. E’ stato bizzarro.
Viene ripetuto come fosse un mantra che i servizi socio sanitari non sono più sostenibili; abbiamo dimostrato che non è così. Certo i servizi, tutti, vanno nutriti, innanzitutto pensandoli e riorganizzandoli, prima ancora che investendoci economicamente. Per noi, come per 2500 cittadini sestesi non si è fatto questo (…) Si fanno operazioni che hanno come risultato non solo il passaggio dalla mano pubblica a quella privata, ma anche l’abbandono della logica per cui il diritto alla fruizione e all’accessibilità dei servizi pubblici non viene piu’ ritenuto parte integrante dei diritti del cittadino/lavoratore, ma viene abdicato ad una logica puramente mercantile, che vede da un lato un venditore di servizi che deve massimizzare il proprio profitto e dall’altro il cliente che li compra.
Quale nuovo modello di welfare ci viene proposto per il futuro? Un servizio pubblico che è e resta pubblico ma non è più gestito direttamente dal pubblico? E con quali criteri alcuni servizi rimarranno gestiti direttamente e altri no? E perché, allora, non esternalizzarli tutti? Perchè non affidare al pubblico il solo compito di “controllo”. E’ questo il futuro che ci attende? Un pubblico che si prende i meriti quando le cose vanno bene e scarica le responsabilità sui gestori scelti dal pubblico stesso, quando le cose vanno male? Ma tutto questo viene fatto per migliorare i servizi? Per fare cassa? E’ questo il futuro del welfare locale? Noi lo chiameremmo piuttosto il welfare alla Ponzio Pilato. Dico questo in quanto chi controllerà? Non vediamo nessuna voce di costo a copertura di questo e non possiamo immaginare che il controllore sarà pagato dal controllato (…) A questo punto noi di SEL ci domandiamo… A cosa servono davvero le tasse. Si continua a insistere sulla sostenibilità economica dei servizi. L’aumento delle tasse comunali, era stato condiviso da tutti noi consiglieri di maggioranza, per il mantenimento dei servizi e della loro qualità, soprattutto quelli verso fasce deboli e fragili dei nostri concittadini. Concittadini e non utenti per quanto ci riguarda. Ma poi se i servizi vengono ceduti a terzi, per gestirli in economia, vorremmo capire se l’errore sia stato quello di aumentare la Tasi, le tasse locali o di cedere i servizi. Un pò di onestà intellettuale il più grosso partito di maggioranza sestese, la dovrebbe avere, anche post creazione del partito della nazionale e a coabitazione verdiniana.
Quando ci siamo presi la responsabilità di aumentare le tasse, lo abbiamo fatto dicendo che questa operazione era per mantenere l’eccellenza dei servizi nella nostra città, in quanto il personale dotato di una grande qualità, era tutto all’interno della pianta organica comunale, sinonimo di garanzia qualitativa.
22 maggio 2014, durante la discussione della delibera sul regolamento della Tasi, l’intervento della Giunta è stato: “perseguiremo nell’ottica non del fare cassa ma della redistribuzione di ulteriori risorse a vantaggio di soggetti fragili. Parallelamente quest’operazione ci consente la conferma del welfare locale che riteniamo fattore fondamentale di redistribuzione e produttore di eguaglianza e di pari opportunità soprattutto quando c’è la crisi e quando i cittadini non possono essere lasciati soli nelle difficoltà”.
Quando qualche forza politica chiedeva lumi del perchè Sesto aveva così tanti dipendenti comunali rispetto ad altri comuni, la risposta data era: “Sono all’interno della struttura perchè sono indice di qualità dei nostri servizi che tutti ci invidiano”. Era la stessa amministrazione, la stessa Giunta, lo stesso Consiglio. Cosa è successo? Quale pillola contro la memoria abbiamo assunto?
Il gruppo consigliare di SEL, è solamente la punta di una piramide, dove alla base ci sono i cittadini e senza di loro cade tutto. Come forza politica ha contribuito prima e condiviso poi un progetto di città, scritto e votato in questo CC, il pgm di mandato. I cittadini tramite i loro rappresentanti hanno dato delle linee guida all’amministrazione votate in questo consiglio.
(..,) Si parla di coesione sociale e poi succede questo. Si continua a cantare una canzone, dove il ritornello è non ci sono soldi, dimenticandosi che tutti i tagli fatti agli enti locali arrivano da un governo amico di alcune forze politiche, ma sicuramente nemico dell’uguaglianza sociale e dei diritti di ognuno di noi.
I diritti sono deboli anche quando si dichiara di rispettarli, ma in realtà si vogliono accompagnare a un malinconico passo d’addio.
Mi piace citare un passo del film Still Alice . “Chi ci può più prendere sul serio quando siamo così distanti da quello che eravamo, il nostro strano comportamento il nostro parlare incespicante cambia la percezione che gli altri hanno di noi e la nostra percezione, di noi stessi. Noi diventiamo ridicoli, incapaci, comici, ma non è questo che noi siamo questa è la nostra malattia e come qualunque malattia ha una causa un suo progredire e potrebbe avere una cura”.
Ai nipotini bevendo una tisana intorno al caminetto, racconteremo di quanto e quando Sesto era una città dove l’attenzione al sociale era uno dei punti fondamentali della nostra città e non un semplice costo economico da inserire in un bilancio. Bilancio di numeri e non di persone. Peccato, la nostra Sesto è un’altra cosa.
Moreno Nossa
Consigliere Comunale e capogruppo SEL Sesto