Don Gino Rigoldi sulle pagine del Corriere della Sera.
Mesi fa ho chiesto alle amiche e agli amici del Leoncavallo la disponibilità a dare 500 metri quadrati per una cooperativa che da venti anni si occupa della formazione professionale di ragazzi che hanno problemi.
Da tre anni questa cooperativa, la Cidiesse che produce quadri elettrici per l’industria, lavora anche al Beccaria.
La risposta del Leonka è stata di grande disponibilità. Preso dall’entusiasmo, ho chiesto 300 metri qu adrati per un progetto di inserimento lavorativo di almeno 500 dei circa 4.500 detenuti usciti dal carcere.
Anche qui massima dispo nibilità.
Ho appreso che lo scambio tra l’immobile del Leoncavallo con la scuola di via Zama e gli appartamenti di via Trivulzio è stato giudicato equo dall’Agenzia del Territorio.
Poi la delibera giunge in aula e incominciano, dall’opposizione e da parte del presidente del Consiglio comunale, tutta una serie di osservazioni, del tutto legittime se avessero lo scopo di risolvere questa troppo annosa questione.
Eppure sembrano semplice ostruzionismo: per andare dove?
Non posso pensare che qualcuno abbia in mente di riportare a Milano la guerriglia urbana , che è molto più di una possibilità se il prefetto, tenuto ad applicare la sentenza della Corte di cassazione, provvedesse allo sgombero.
Decisamente lo spettacolo non è bello: il classico «teatrino della politica» già troppo visto.
Prego per la conversione. Una volta diventato comunale l’immobile, occorrerà incominciare a ragionare: ci vorrà pazienza, capacità di accordo, di progettualità. Io di progetti lì dentro ne ho già richiest i due.
Qui se vuoi firmare la petizione on line lanciata dal Leoncavallo
fonte SEL Lombardia
http://www.sellombardia.it/milano/news/283/non-sacrifichiamo-i-progetti-sociali-alla-vecchia-politica