No, la povertà ancora non è stata abolita

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LEONARDO FILIPPI 28 GIUGNO 2020 DIRITTINOTIZIEPOLITICARIVISTASOCIETÀ

Secondo gli ultimi dati Istat relativi al 2019, il disagio economico pre-Covid in Italia era in calo. Ma non per le famiglie numerose e gli immigrati, discriminati dal Reddito di cittadinanza. Una misura da riformare in chiave inclusiva, se vogliamo arginare la crisi che stiamo vivendo

«Abbiamo abolito la povertà» dichiarava festante Luigi Di Maio a fine settembre 2018, quando dal balcone di Palazzo Chigi esultava per l’accordo raggiunto sulla manovra che avrebbe istituito il Reddito di cittadinanza. Ad inizio dicembre 2019, poi, il presidente dell’Inps Pasquale Tridico affermava che l’impatto calcolato della misura anti indigenza, a soli sei mesi dalla sua introduzione, «è di una riduzione forte dell’intensità della povertà, di circa -8%, una riduzione di circa -1.5% dell’indice di Gini, cioè della disuguaglianza, e di circa -60% del tasso di povertà».

Ebbene, i dati pubblicati dall’Istat nei giorni scorsi presentano un’altra verità. Sì, nel 2019 – ossia prima dell’emergenza coronavirus – si è verificato un calo della povertà. Ma in misura assai minore rispetto alla previsione di Tridico, e ben lungi dall’azzeramento della miseria profetizzato da Di Maio. A soffrire di più sono alcune categorie di soggetti maggiormente vulnerabili, esclusi dal Reddito di cittadinanza. Per questo una riforma della principale misura di lotta all’indigenza, visto anche l’impatto socio-economico epocale della pandemia, è ormai irrimandabile. Ma andiamo per gradi…per continuare a leggere cliccare: https://left.it/2020/06/28/no-la-poverta-ancora-non-e-stata-abolita/