Lo Stato di diritto vale per tutti, vincitori e vinti – La grande lezione di Nelson Mandela
Nelson Mandela è morto e ci mancherà tantissimo. Ci mancherà, soprattutto, quella sua capacità, dopo aver vinto l’apartheid e i razzisti, di cercare, volere e perseguire la riconciliazione, un futuro per tutti, non solo per i vincitori. Questa visione Mandela l’ha avuta da subito, prima ancora di diventare presidente del Sud Africa nel 1994.
L’ha avuta trattando con Frederik de Klerc, che l’aveva tirato fuori dalla prigione, per dargli lo spazio, quando ormai la battaglia contro l’apartheid era vinta, di lavorare al fianco della popolazione bianca che ciecamente rifiutava di ammettere la sconfitta e, ancora di più, la sua visione è stata così grandiosa da indurlo a pacificare i neri che avevano lottato, sanguinato, avevano perso amici e pezzi della loro famiglia per l’odio e la violenza razzista. Si trattava, in Sud Africa, di passare dal non diritto subito dai sudafricani neri, ad uno Stato di diritto, e dunque diritto per tutti, anche per gli odiosi razzisti. Una cosa grandiosa. Ma terribilmente difficile. Come trasformare il risentimento giusto, legittimo, in convivenza civile? Eppure Mandela, Madiba per il suo popolo e i suoi amici, ce l’ha fatta. Dei bianchi il Sud Africa aveva comunque bisogno: insegnanti, imprenditori, agricoltori, operai e mediciche servivano all’economia, allo sviluppo quotidiano. Gente che viveva lì da generazioni, che sarebbe altrimenti diventata apolide. I sudafricani neri, quelli meno incazzati, volevano invece che quanto meno venissero cacciati dal Paese. Ed erano in tanti a chiedergli questo. Mandela si è opposto. Ha cercato la pace. Ha voluto il futuro per tutti ed ha scommesso sulla diversità, non sull’identità.
Nel suo discorso di insediamento come presidente disse, tra le altre cose: «…Abbiamo, finalmente, raggiunto la nostra emancipazione politica. Ci impegniamo a liberare tutto il nostro popolo dalla schiavitù continua della povertà, della privazione, la sofferenza, la discriminazione di genere, ogni forma di discriminazione. Siamo riusciti a compiere i nostri ultimi passi verso la libertà in condizioni di relativa pace. Ci impegniamo ora per la costruzione di una pace completa, giusta e duratura. Abbiamo trionfato nel tentativo di impiantare semi di speranza in milioni di nostri concittadini. Ora davanti a noi c’è un patto per costruire la società in cui tutti i sudafricani, sia bianchi che neri, siano in grado di camminare a testa alta, senza alcun timore nei loro cuori, certi della loro inalienabile diritto alla dignità umana – una nazione arcobaleno in pace con se stessa e il mondo. Come segno del suo impegno per il rinnovamento del nostro paese, il nuovo governo provvisorio di unità nazionale sarà chiamato, con urgenza, ad affrontare la questione della amnistia per varie categorie di persone che sta attualmente scontando pene detentive. Dedichiamo questa giornata a tutti gli eroi e le eroine di questo paese e del resto del mondo che hanno sacrificato in molti modi e la loro vita affinché noi potessimo essere liberi. I loro sogni sono diventati realtà. La libertà è la loro ricompensa… Abbiamo capito che non vi è nessuna strada facile per la libertà, come sappiamo bene che nessuno di noi da solo può avere successo. Dobbiamo quindi agire insieme come un popolo unito, per la riconciliazione nazionale, per la costruzione della nazione, per la nascita di un nuovo mondo»….
fonte: http://www.glialtrionline.it/2013/12/06/lo-stato-di-diritto-vale-per-tutti-vincitori-e-vinti-la-grande-lezione-di-nelson-mandela/