Negazionismo: emendamento di F.I. cambia legge Mancino

Negazionismo, emendamento al ddl “restringe” il campo della legge Mancino

Nel passaggio in Commissione al Senato è stato introdotto il termine “pubblicamente”. Ferranti (Pd): “Cadranno molti processi in corso, è davvero gravissimo”. Pd e altri gruppi sperano che venga respinto in Aula

ROMA – La commissione Giustizia del Senato approva in terza lettura il ddl che introduce l’aggravante del negazionismo, ma nel testo inserisce una parola: “pubblicamente” che di fatto cambia tutta la legge Mancino che punisce le discriminazioni razziali nel loro complesso. E ora il ddl rischia di impantanarsi o di avere effetti distorti rispetto alle intenzioni originarie. “Cadranno molti processi in corso, è davvero gravissimo”, commenta la presidente della commissione Giustizia della Camera, la democratica Donatella Ferranti, che si chiede cosa si nasconda dietro l’emendamento presentato da Giacomo Caliendo (Forza Italia) che molti parlamentari si augurano venga respinto in Aula.

Il testo interviene, in realtà, sulla legge 654/1975 sulla discriminazione razziale, la legge Mancino. Il reato di negazionismo, presente nei codici di altri Paesi europei, è previsto non come reato a sé ma come aggravante, con la previsione di un aumento di pena fino a un terzo, quando “la propaganda all’odio razziale o il pubblico incitamento alla discriminazione o alla violenza si fondano sulla negazione della Shoah, dei crimini di genocidio e di quelli contro l’umanità e di guerra, come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello Statuto della corte penale internazionale”.

La Mancino prevede la reclusione fino a un anno e sei mesi o la multa fino a seimila euro “per chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero chi istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”. E punisce con la reclusione da sei mesi a quattro anni chi, “in qualsiasi modo istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”. La commissione Giustizia del Senato ha modificato questa norma prevedendo anche che l’istigazione, per essere sanzionata, debba avvenire “pubblicamente” .

Il termine riferito alle pene relative all’istigazione tocca infatti ogni discriminazione, non soltanto quella razziale, e potrebbe avere come conseguenza quella di far cadere molti processi in corso.

L’aula di palazzo Madama aveva approvato il ddl l’11 febbraio 2015. La Camera aveva poi fatto la sua parte, approvandolo il 13 ottobre (pochi giorni prima del 16 ottobre, anniversario della deportazione degli ebrei romani nel 1943), ma con modifiche che richiedevano il nuovo passaggio al Senato. A Palazzo Madama il termine per gli emendamenti è fissato per domani alle 13.

“Il negazionismo è una vergogna ed è un orrore da combattere semrpre, compiendo tutti gli sforzi possibili per far vivere e per trasmettere la memoria della Shoah; lo è tanto di più oggi – ha detto il senatore dei Conservatori e Riformisti Piero Liuzzi – di fronte all’intreccio sempre più temibile e talvolta sanguinoso tra i vecchi e mai scomparsi germi di antisemitismo e inediti fenomeni di odio globale a cominciare dall’islamismo radicale”.

“Dal punto di vista ideologico, etico, la legge va molto bene, rappresenta quanto noi speravamo venisse approvato. Ritengo sia una norma doverosa, che attua quanto deciso anni fa dalla comunità europea, che ha imposto ai suoi Paesi leggi attuative in relazione alle discriminazioni razziali. Il ritardo del Parlamento italiano
è dovuto a questioni tecniche. Ci sono delle divergenze tecniche che vanno risolte. Ora sono i giuristi che devono impegnarsi per superare e sciogliere questo nodo”, ha detto il presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei), Renzo Gattegna.

fonte: La Repubblica

http://www.repubblica.it/politica/2016/04/26/news/negazionismo_legge_mancino-138517989/?ref=HREC1-8