di Luciano Muhlbauer
Vi ricordate lo sciopero generale del 12 dicembre e la notizia degli scontri tra polizia e studenti davanti al Pirellone, sede del Consiglio regionale lombardo? Probabilmente sì, perché praticamente tutti gli organi di informazione hanno sbattuto gli scontri in prima pagina o, meglio, hanno riproposto il solito cliché degli antagonisti desiderosi di scontrarsi sempre e comunque con le forze dell’ordine. E così, quasi nessuno ha saputo la cosa più importante, cioè che gli studenti vestiti da babbo natale avevano scavalcato la recinzione del Pirellone per restituire simbolicamente al Presidente Maroni il “pacco” dei tagli natalizi all’istruzione.
Già, perché ormai i tagli all’istruzione sembrano essere diventati la nuova tradizione natalizia della Lombardia a gestione leghista. Un anno fa era toccato ai contributi regionali alle famiglie della scuola pubblica, tagliati brutalmente e quasi azzerati, pur di salvaguardare il privilegio dei 30milioni di euro di denaro pubblico consegnati alle famiglie della scuola privata. Quest’anno, invece, dovrebbe toccare ai fondi regionali destinati al diritto allo studio universitario, che secondo quanto deciso nelle Commissioni che hanno discusso il bilancio regionale dovrebbero subire un taglio del 40%.
La riduzione riguarda i fondi per il funzionamento degli enti per il diritto allo studio ed è nell’ordine di 6 milioni di euro su un totale di 15. Qualora confermati dal Consiglio in sede di votazione del bilancio nella seduta del 22 e 23 dicembre prossimi, i tagli metterebbe seriamente a repentaglio non solo i servizi erogati agli studenti, come per esempio le mense o gli alloggi, ma gli stessi livelli occupazionali nei servizi gestiti dal CIDiS (Consorzio Pubblico Interuniversitario per la gestione degli interventi per il diritto allo studio universitario). Infine, è bene ricordare che nel caso del diritto allo studio piove sul bagnato, cioè che dopo anni di tagli i fondi disponibili, sia per le borse di studio che per i servizi, sono ormai ridotti all’osso.
Insomma, Maroni e la Lega sono come e peggio di Formigoni e Cl. Si salvaguardano comunque le proprie clientele politiche e gli interessi privati, mentre il taglio di fondi operati dal Governo vengono scaricati esclusivamente sulla scuola pubblica e sul diritto allo studio.
Considerata l’entità del bilancio regionale, i 6 milioni eventualmente risparmiati con i tagli al diritto allo studio sono davvero poca cosa. Considerata invece l’esiguità dei fondi per i diritto allo studio, questi 6 milioni sono tantissimi. In altre parole, questo taglio non è assolutamente sostenibile e giustificabile.
Comunque sia, poiché il silenzio e l’immobilismo non cambiano mai nulla, bene hanno fatto gli studenti a recarsi al Pirellone il 12 dicembre scorso, come peraltro avevano fatto già un anno fa, prendendosi manganellate anche allora. Male hanno invece fatto gli organi di informazione a non parlare del vero problema, cioè dei tagli al diritto allo studio da parte del governo regionale.
E benissimo fanno gli studenti a non fermarsi. È stato infatti indetto per mercoledì 17 dicembre, alle ore 17.30, un presidio davanti al Palazzo Lombardia (MM Gioia), sede dell’amministrazione regionale, per continuare a chiedere il ritiro di questi tagli.
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