Effetti speciali….ma di speciale non c’è proprio nulla. C’è solo che non se ne può più di questa corruzione nella Pubblica Amministrazione. Inserisco l’articolo in senza categoria perché non ne trovo una che possa accogliere tale scempio. Mario Piromallo
Mose: 35 arresti per tangenti, a Venezia anche il sindaco
chiesta la custodia cautelare per l’ex governatore Galan, gli atti dovranno essere trasmessi al Senato. Un centinaio di persone nel registro degli indagati.
VENEZIA – Imprenditori e tanti politici. Una raffica di arresti clamorosi. Il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, del centrosinistra, è finito in manette con le accuse di corruzione, concussione e riciclaggio. L’inchiesta è quella della Procura di Venezia sugli appalti per il Mose e sull’ex ad della Mantovani Giorgio Baita, già colpito da un provvedimento di custodia cautelare lo scorso febbraio. In manette anche l’assessore regionale alle Infrastrutture Renato Chisso, di Forza Italia.
Le persone finite in manette sono in tutto 35, mentre sono un altro centinaio gli indagati. Tra gli arrestati anche il consigliere regionale del Pd Giampiero Marchese, gli imprenditori Franco Morbiolo e Roberto Meneguzzo nonchè il generale in pensione Emilio Spaziante.
E una richiesta di arresto è stata formulata per il senatore di Foza ItaliaGiancarlo Galan. Trattandosi di un parlamentare, gli atti dovranno essere trasmessi al Senato. Galan è coinvolto per il periodo in cui è stato presidente della Regione Veneto, dal 2005 al 2010.
Le persone finite in manette sono in tutto 35, mentre sono un altro centinaio gli indagati. Tra gli arrestati anche il consigliere regionale del Pd Giampiero Marchese, gli imprenditori Franco Morbiolo e Roberto Meneguzzo nonchè il generale in pensione Emilio Spaziante.
E una richiesta di arresto è stata formulata per il senatore di Foza ItaliaGiancarlo Galan. Trattandosi di un parlamentare, gli atti dovranno essere trasmessi al Senato. Galan è coinvolto per il periodo in cui è stato presidente della Regione Veneto, dal 2005 al 2010.
Gli arresti partono da una inchiesta della Guardia di finanza di Venezia avviatacirca tre anni fa. I pm Stefano Ancillotto, Stefano Buccini e Paola Tonino(Dda) avevano scoperto che l’ex manager della Mantovani Giorgio Baita, con il beneplacito del proprio braccio destro Nicolò Buson, aveva distratto dei fondi relativi al Mose, le opere di salvaguardia per Venezia, in una serie di fondi neri all’estero. Il denaro, secondo l’accusa, veniva portato da Claudia Minutillo, imprenditrice ed ex segretaria personale di Galan, a San Marino dove i soldi venivano riciclati da William Colombelli grazie alla propria azienda finanziaria Bmc.
Le Fiamme gialle avevano scoperto che almeno 20 milioni di euro, così occultati, erano finiti in conti esteri d’oltre confine e che, probabilmente, erano indirizzati alla politica, circostanza che ha fatto scattare l’operazione di questa mattina all’alba. Secondo la ricostruzione degli inquirenti il gruppo avrebbe creato, attraverso un giro di fatture false, fondi neri indirizzati poi su conti esteri, che sarebbero serviti, almeno in parte, per finanziare politici e partiti, di ogni schieramento, durante le campagne elettorali.
Dopo questa prima fase, lo stesso pool, coordinato dalla Finanza, aveva portato i carcere Giovanni Mazzacurati ai vertici del Consorzio Venezia Nuova (Cvn). Mazzacurati, poi finito ai domiciliari, era stato definito “il grande burattinaio” di tutte le opere relative al Mose.
Indagando su di lui erano spuntate fatture false e presunte bustarelle che hanno portato all’arresto di Pio Savioli e Federico Sutto, rispettivamente consigliere e dipendente di Cvn, e quattro imprenditori che si spartivano i lavori milionari.