di Angelo Gerosa. Armando Cossutta è stato il politico sestese più importante del secolo scorso. Cresciuto in Via Firenze, dopo aver partecipato, giovanissimo, alla resistenza
nella 128^ Brigata Garibaldi, ed aver conosciuto il carcere, alla liberazione assume la carica di segretario cittadino del PCI. Cossutta racconterà quel periodo molti anni dopo, in una intervista al Corriere della Sera pubblicata anche dal nostro giornale. Un articolo in cui Cossutta appare in una foto in cui parla dal balcone dal palazzo del Rondò, all’angolo con i Viali Gramsci e Casiraghi, che verrà demolito per fare posto al “grattacielo di Sesto” dove, poi, abiterà per moltissimi anni. Cossuta in seguito diviene segretario della Federazione milanese, segretario regionale e componente della segreteria nazionale del PCI. Alla morte di Palmiro Togliatti affianca Luigi Longo nella direzione del partito e è in questa veste, con Longo già gravemente ammalato, che condanna l’intervento militare, dell’allora Patto di Varsavia, che strangola la Primavera di Praga. Con l’elezione di Enrico Berlinguer a segretario del partito Cossutta assume posizioni di aperta critica e di riavvicinamento all’Unione Sovietica. Allo scioglimento del PCI è il fondatore ed il Presidente del partito della Rifondazione Comunista. Sono gli anni di mani pulite e diventa proverbiale la caricatura messa in scena da Teo Teocoli dell’Armando politico onesto e modesto con il vecchio cappotto e gli occhiali da miope. A Sesto i cosidetti “cossuttiani” sono numerosi e nel 1996 il suo settantesimo compleanno diviene l’occasione di una grande festa organizzata dal circolo sestese di Rifondazione Comunista alla Villa Zoorn a cui partecipa una folla di compagni ed amici. Ma due anni dopo, quando Cossutta lascerà il PRC per dare vita al Partito dei Comunisti Italiani saranno pochissimi i concittadini che lo seguiranno. Negli ultimi anni la malattia lo allontanò dall’impegno pubblico ma sempre più spesso veniva citato ed ascoltato, al pari di Pietro Ingrao, come “l’ultimo grande vecchio” del comunismo italiano. E’ morto a 89 anni.