Da dieci ore ormai il presidente della Bolivia è costretto ad attendere all’aeroporto di Vienna di poter tornare nel suo paese dopo che Italia, Portogallo e Francia hanno chiuso il loro spazio aereo.
L’aereo del presidente boliviano Evo Morales si trova tuttora all’aeroporto di Vienna e dovrebbe lasciare la capitale austriaca alla volta di La Paz in giornata, una volta ottenuto il permesso definitivo di potere sorvolare la Spagna. L’aereo é dovuto atterrare in Austria durante la notte, proveniente da Mosca, dopo che il Portogallo non gli ha concesso la possibilità di effettuare uno scalo tecnico e la Francia gli ha negato il permesso di penetrare nel suo spazio aereo, secondo il ministro degli esteri boliviano David Choquehuanca. Una mossa provocatoria di Lisbona e Parigi dovuta al timore dei rispettivi paesi che a bordo dell’aereo presidenziale boliviano ci fosse la cosiddetta ‘talpa’ del Datagate, Edward Snowden. Come ha detto alla France Presse un portavoce del ministero dell’interno austriaco, Karl-Heinz Grundboeck, sull’aereo ”i passaporti sono stati controllati e contrariamente alle voci che sono circolate, Edward Snowden non era a bordo”. Non c’erano quindi ”ragioni legali per effettuare una perquisizione”. Secondo La Reuters, le autorità spagnole hanno chiesto di poter perquisire l’aereo prima di autorizzare il sorvolo del paese, ma Morales lo ha rifiutato. Secondo El Pais online, invece, la Spagna avrebbe già dato il suo via libera.
Tra l’altro si è venuto a sapere nelle ultime ore che anche l’Italia ha chiuso i propri cieli, la scorsa notte, all’aereo con a bordo il presidente della Bolivia: lo confermano all’ANSA “qualificate fonti italiane”. Naturalmente la mossa dei paesi dell’Unione Europea – istigati da Washington – ha provocato la reazione del governo boliviano e di altri paesi dell’America Latina e del mondo.
Il ministro della difesa boliviano Ruben Saavedra ha accusato i paesi europei di aver ”messo a rischio la vita di Morales”.
Molto dura la presa di posizione di Alvaro Garcia Linera, Vicepresidente dello Stato Plurinazionale dellai Bolivia:
“In violazione assoluta della Convenzione di Vienna, che stabilisce che i voli presidenziali non possono essere bloccati in alcun modo e godono della completa immunità, due governi europei (tre, compresa l’Italia, ndr) hanno chiuso il loro spazio aereo all’aereo del Presidente Morales. (…) Vogliamo dire ai boliviani e al mondo che il nostro Presidente Evo Morales, è da molte ore sequestrato a Vienna (…) dall’imperialismo. (…) Così come l’imperialismo ha sequestrato il Presidente Evo, l’imperialismo ha sequestrato la verità (…). Sappiamo che gli ostacoli al viaggio del Presidente sono stati istigati dal governo degli Stati Uniti, un governo che ha paura di un contadino, di un indigeno, di un uomo onesto che difende la sovranità della nostra patria. (…) L’oscurantismo, l’attitudine repressiva e poliziesca, l’abuso si stanno impossessando della bella Europa, che secoli e decenni fa era un esempio di pluralismo e rispetto dei diritti delle persone e dei popoli. Ma alle potenze imperialiste, ai paesi subordinati e colonizzati d’Europa, diciamo che non ci lasceremo intimidire (…) perché non è più il tempo delle colonie e degli imperi.”
Il Perù, al quale spetta attualmente la presidenza dell’Unasur (Unione delle nazioni sudamericane) si é detto pronto a convocare per domani un vertice urgente dei capi di Stato dell’Unione per parlare di quanto accaduto a Evo Morales. Su Twitter il ministro degli Esteri dell’Ecuador, Ricardo Patino, scrive: ”Chi é con la Bolivia ed Evo é con l’America Latina e l’Ecuador. Non permetteremo questo affronto contro un leader latino-americano”, ma ”l’Unasur oggi deve dimostrare all’Unione europea il vero significato dell’integrazione latino-americana”.
Molto più esplicite e dirette le dichiarazioni dei rappresentanti del governo venezuelano. Il presidente Nicolas Maduro aveva già detto ieri che Snowden deve essere ”protetto”, ricordando cheé un giovane ”che ha osato dire delle verità sul tentativo dell’impero americano di controllare il mondo”. Il blocco imposto al volo di Morales da parte di Lisbona e Parigi rappresenta ”un attentato e un’aggressione brutale”, ha d’altra parte commentato il ministro degli esteri venezuelano, Elias Jaua. ”Chiediamo ai paesi dell’America Latina di pronunciarsi”, ha aggiunto Jaua.
Marco Santopadre – Altrenotizie
P.S. mentre postiamo questo articolo apprendiamo che l’aereo presidenziale ha potuto finalmente decollare da Vienna. Una felice soluzione della vicenda che nulla toglie al’estrema gravità del comportamento tenuto dai governi europei (la redazione di nordmilanotizie)