IL MIO VOTO DA SESTESE
Io la conosco e voto Monica Chittò
Premessa: molti mi credono tra i candidati de La Fabbrica della Città. La sostengo, ma NON sono candidata e questa lettera è una mia iniziativa personale.
Sono Rosaria Maltese, Sestese da sempre e, quando dico “Sestese”, non mi riferisco semplicemente al mio stato di residente dalla nascita.
In questo termine riassumo fattori che fanno, di chi li ha dentro, un essere che ha in se’ valori irrinunciabili e che non si aspetta, da chi governa, un futuro già scritto e preconfezionato, ma vuole costruirlo partecipando in prima persona.
Sono Sestese e orgogliosa del mio senso di appartenenza ad un luogo che ne riporterà sempre le cicatrici, ma la Storia non l’ha subita: l’ha fatta.
E non permetterò a nessuno di rendermi un soggetto passivo.
La Storia sono anch’io, siamo noi.
Da Sestese sento il diritto-dovere di difendere l’individualità di ciascuno e la parità di diritti di tutti: questo è il mio senso di “sicurezza”. E chi sostiene che estendere un diritto ad alcuni, significa depredare altri, inventa un’enorme e infame bugia, sapendo di inventarla.
Sono Sestese e non potrei pensare a come la mia città avrebbe potuto vantare un passato di grande sviluppo industriale e culturale, tanto da essere famosa nel Mondo, senza l’apporto di migliaia e migliaia di immigrati. Mio padre stesso lo era e, arrivato da Trapani a 28 anni, è stato tra i più amati insegnanti di Sesto fra gli anni 60 e 80; molti di voi se lo ricordano ancora. E a proposito di scuola, da Sestese sono fiera del fatto che nessun bambino, oggi, debba attraversare l’intera città per andarci ogni mattino, ma ce l’abbia nel proprio quartiere. Non succede in tutta Italia e neanche in tutto il Nord.
Sono Sestese, so e voglio che la mia città, nata non proprio bellissima, non muoia da brutto anatroccolo e il primo soggetto anti-degrado, devo essere io da cittadina che ama casa propria.
Da Sestese non posso che essere felice dell’aumento di aree verdi, un tempo inesistenti e che ora trovano posto nei quartieri, ma so anche che tutti insieme possiamo pretendere che Sesto, di alberi, ne veda sempre di più.
A maggio, per la prima volta, ho potuto recarmi a Mauthausen e vedere coi miei occhi ciò di cui sembra impossibile sia capace l’uomo. Ma ho anche conosciuto da vicino le storie delle centinaia di Sestesi che per renderci possibile scegliere come vivere tutti i nostri giorni, hanno vissuto agonie indicibili e dato la propria vita, senza mai chiedersi se poi, avremmo davvero meritato tanto.
Sì è rafforzato in me il concetto che NULLA è mai scontato, tanto meno la libertà.
Chiunque di noi, anzi davvero tutti possiamo rendere migliore la nostra casa Sesto, certamente, ma per farlo non possiamo pensare di avere un nemico dietro ogni angolo, di doverci guardare di continuo le spalle.
Non vi è sicurezza se non c’è fiducia e chi urla, non solo non si fida neanche di se stesso, ma infonde terrore e ci spinge a sospettare l’uno dell’altro. Questa bassa cultura ha già fatto danni enormi, sta distruggendo il mondo intero e sta tentando di intaccare anche la nostra Sesto.
Questa è una mia iniziativa: non ti parlo a nome di liste, te lo dico da Rosaria Maltese, da tua concittadina, da Sestese a Sestese: vai a votare domenica e pensa a cosa è stata sempre, cosa è la nostra Sesto e a come possiamo tenerla viva e renderla sempre migliore.
È viva e ancora ricca di energia: la nostra.
Non la si può dare in pasto agli avvoltoi che di “sestese”, dentro, non hanno nulla!
Io la conosco e voto Monica Chittò
Rosaria Maltese