Mille musicisti contro la Siae: ridateci l’assegno mensile da 615 euro

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Il cantautore napoletano Peppino Gagliardi è uno dei disagiati. Al pari del grande jazzista Enrico Intra. Tutti sofferenti a causa della Siae, la società di autori ed editori, che di colpo ha cancellato l’assegno mensile. Tutti in attesa della decisione del Consiglio di Stato che giovedì prossimo dovrà decidere se il loro ricorso contro la Siae ha fondamento ed è ammissibile.

Gian Pieretti, definito il Bob Dylan italiano, autore con Ricky Gianco di testi come «Il vento dell’Est», racconta che «quei pochi soldi a me erano d’aiuto, ma per tanti erano il pane. Ci sono batteristi, chitarristi, una generazione di artisti ridotti alla fame».

Quale sia il problema lo spiega bene Piero Montanari, bassista di personaggi rinomati come Baglioni: «Facciamo parte di una categoria atipica. Viviamo come in una favola, convinti che debba durare in eterno. Poi arriva la vecchiaia, niente più lavoro e niente pensione».

Per evitare questo triste destino, nel 1949 un gruppo di autori decise di creare, all’interno della Siae, un Fondo separato al quale attingere in età avanzata. Un deposito alimentato con il 4 per cento dei guadagni di ciascun autore e con un contributo del 2 per cento degli editori. Una specie di conto privato al quale i sottoscrittori affidavano la speranza di ottenere una piccola rendita negli anni del bisogno.

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