Milano, smog fuori legge da sette giorni di fila: taglio al riscaldamento di due ore
E’ uno dei provvedimenti se l’emergenza polveri sottili dovesse durare fino a venerdì.
E il Codacons annuncia una denuncia contro Pisapia e Maroni
di ILARIA CARRA
Sei giorni di fila di smog fuorilegge, a Milano e provincia. E in base alle previsioni di Arpa (Agenzia regionale per l’ambiente) la situazione è destinata, se non a peggiorare, almeno a perdurare per tutta la settimana. Per la città e l’hinterland è di nuovo emergenza polveri sottili. Così se il meteo non aiuterà, per la prima volta in questo inverno da lunedì prossimo potrebbero scattare i divieti che bloccano i veicoli più inquinanti e abbassano le caldaie di case e uffici.
Il protocollo, coordinato prima dalla Provincia e oggi dalla Città metropolitana, scatta quando la media delle polveri sottili delle dieci centraline provinciali supera per dieci giorni consecutivi la soglia dei 50 microgrammi per metro cubo d’aria. Martedì (si saprà solo oggi, Arpa certifica con un giorno di sfasamento) dovrebbe essere stato il settimo giorno oltre i limiti. E se non ci saranno miglioramenti venerdì sarà il decimo. Dato che nel weekend il protocollo non è attivo, i divieti antismog scatterebbero lunedì: stop ai diesel Euro 3 durante il giorno, un grado in meno di temperatura e due ore in meno di accensione delle caldaie.
A Milano città e nei comuni dell’hinterland che decideranno di aderire. “I sindaci sono al corrente della situazione – dice Anna Scavuzzo (Pd), consigliere della Città metropolitana con delega all’Ambiente – sabato se raggiungeremo il decimo giorno di sforamento esorteremo i sindaci ad aderire al protocollo. L’obiettivo è rendere queste misure automatiche e avere una politica integrata: il capoluogo fa la sua parte ma anche i comuni devono fare la loro”.
Si vedrà se stavolta i sindaci dell’hinterland saranno disponibili a bloccare auto e a intervenire sulle caldaie, la disponibilità in passato è stata difatti a corrente alternata. Per avere un quadro più completo, gli uffici della città metropolitana stanno poi censendo i diesel Euro 3 nell’hinterland e allo stesso tempo si stanno sottoponendo ai sindaci eventuali misure integrative al protocollo, che incentivano il car pooling ai controlli alle caldaie.
A causa dello smog che non molla la presa il Codacons è arrivato persino ad annunciare una denuncia alla Procura del sindaco Giuliano Pisapia e del governatore lombardo Roberto Maroni. A Milano “ci sono oltre 5.697 morti all’anno dovuti a patologie che conseguono all’inquinamento dell’aria, la metà del totale regionale”, attaccano i consumatori. Un esposto che segue la diffusione dei dati dell’Agenzia europea all’Ambiente che inquadrano l’Italia come un Paese dove si muore di più e prima del tempo rispetto agli altri Paesi europei proprio a causa dell’aria non pulita. Si parla di 84.400 decessi prematuri nel 2012, su un totale di 491mila a livello Ue. E con l’area più colpita dal problema delle micropolveri che si conferma essere la Pianura Padana.
Palazzo Marino, con l’assessore alla Mobilità e Ambiente Pierfrancesco Maran, ricorda gli effetti di Area C “che ha consentito di ridurre del 38 per cento il Pm10 in emissione”. E aggiunge che “ora bisogna andare oltre le misure delle città e costruire una politica omogenea in tutta la Pianura Padana”. Gli ambientalisti, con il presidente Legambiente, Damiano Di Simine, chiedono più investimenti sui trasporti a livello di città metropolitana: “Con questo caldo d’inverno non si può dire che lo smog sia colpa dei riscaldamenti. Se in Polonia e Bulgaria c’è il carbone, noi abbiamo troppe auto: bisogna fare ancora di più nel campo del trasporto pubblico a livello di città metropolitana”.
fonte: La Repubblica
http://milano.repubblica.it/cronaca/2015/12/02/news/polveri_settimo_giorno_oltre_i_limiti_da_lunedi_taglio_al_riscaldamento-128586319/