Milano: sentenza saggia

«I fatti contestati risalgono al 20 giugno 2011, quando una volante della polizia arriva in via Piranesi dopo la segnalazione di un cittadino. Il writer, che si chiama Manu Invisible, è intento a dipingere, ha le mani sporche di vernice e al fianco ha una scala di ferro allungabile. Il muro in questione è delle Ferrovie dello Stato, un vecchio muro pieno di scritte dove il writer sta realizzando il disegno di un panorama, la veduta del Naviglio Grande. Il giudice di primo grado aveva deciso per l’assoluzione riconoscendo il valore artistico della sua opera, anche in virtù del fatto che il muro su cui aveva cominciato a dipingere era già pieno di scritte. I giudici della quinta sezione penale della Corte d’appello presieduta da Pietro Caccialanza, dopo aver riconosciuto la volontà da parte del writer di realizzare un disegno “unitario” e “coerente” su un muro già imbrattato, hanno aggiunto: “l’offesa può ritenersi di particolare tenuità sia per le modalità della condotta (…) sia per l’effetto voluto”.»

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