Una ragazza di 24 anni rischia 3 anni di reclusione per avere detto a un poliziotto: “Morirai infelice”, “Sei il servo del potere”, “C’è della gente che ti mangia in testa e te sei qui a sgomberare una famiglia con quattro bambini, hai capito perché fai schifo?”. Frasi condivisibili o meno, comunque ascrivibili a delle espressioni del proprio pensiero riguardo un qualcosa (che in quel caso stava accadendo: lo sgombero della casa popolare di via Tracia dello scorso 26 novembre (quartiere San Siro) ove, tra l’altro la famiglia sgomberata denunciò che i poliziotti durante lo sgombero avevano legato le mani dei figli adolescenti con alcune fascette di plastica. Fra le parti offese, oltre all’agente insultato dalla ragazza, anche il ministero dell’Interno.
L’imputata è difesa dall’avvocato Mirko Mazzali (capogruppo di Sinistra Ecologia e Libertà a palazzo Marino) che dichiara: “Si è trattato semplicemente di una vivace protesta a seguito dello sgombero di una famiglia. Non c’è nulla di oltraggioso”
Colpisce che, la ragazza, possa decidere di risarcire il danno, ed evitare così la pena.
Pena che mi auguro non ci sarà in quanto, santiddio, non viviamo in un regime.