vi segnalo l’iniziativa “Solidarietà con i popoli curdo e siriano” di giovedì 22 marzo alle ore 17,30 presso il Comune di Milano, piazza della Scala 2. Sarà presente, tra gli altri, il bravissimo giornalista del Corriere della sera Antonio Ferrari, che da subito dopo il colpo di stato ha denunciato quel che sarebbe accaduto in Turchia.
Non sto a sottolineare quanto grave sia la situazione a seguito della guerra della Turchia contro il popolo curdo in Siria: Afrin è caduta, i combattenti curdi hanno dato l’indicazione alla popolazione di evacuare, ci sono ancora focolai di resistenza ma la partita si sta chiudendo. Il macellaio Erdogan ha dichiarato che 3150 “terroristi curdi” sono stati uccisi, non si sa quanti civili, quanti bambini hanno perso la vita, perché tutti hanno convenienza a non far sapere. Non bisogna dimenticare che se l’esecutore è Erdogan la responsabilità del massacro di Afrin, del massacro dei curdi civili e dei combattenti, sta nelle cancellerie europee e nei governi di Russia e Stati Uniti. Voglio solo ricordare due dati. A Raqqa 2500 giovani e ragazze curdi hanno perso la vita per combattere lo Stato Islamico, ma le cancellerie europee piangono quando ci sono attentati nei loro paesi, poi girano la testa dall’altra parte quando si tratta di difendere quel popolo. Il secondo dato che voglio ricordare è che, a partire dal colpo di stato, in un anno e mezzo sono state arrestate in Turchia 350 mila persone, democratici di varia estrazione, che il macellaio reputa pericolose perché pensano con la propria testa. Il primato degli arresti va ai giornalisti, perché svolgono il compito sociale di informare in situazioni difficilissime. Inoltre l’assassinio di giornalisti in Slovacchia, a Malta o la situazione dei media in Polonia o Ungheria mostrano che nel caso peggiore la Turchia oggi si trova là dove l’Europa potrebbe arrivare fra qualche anno.
Le cancellerie europee hanno tradito il popolo curdo e hanno tradito le aspettative dei democratici turchi, molti dei quali con la sentenza definitiva di ergastolo.
Silvana Barbieri
Solidarietà al popolo curdo e siriano
L’offensiva militare in corso da parte dell’esercito turco, che ha invaso il territorio siriano mira a mettere in discussione la presenza delle popolazioni curde nei territori di confine e ad annientare l’autogoverno amministrativo degli abitanti del Rojawa, un’aggregazione di tre cantoni a maggioranza curda che sta sperimentando con buoni risultati un processo di partecipazione democratica dei cittadini al governo del territorio. Il cantone di AFRIN è infatti il primo ad essere vittima di un attacco da parte di un esercito che dispone di una superiorità militare evidente. I curdi hanno combattuto e sconfitto l’ISIS nei mesi scorsi in una guerra che è stata vinta anche nell’interesse delle grandi democrazie occidentali. Troppi sembrano dimenticarsene e sottovalutare le conseguenze di una guerra che potrebbe trasformarsi in una “pulizia etnica” e provocare nuovi migrazioni epocali di centinaia di migliaia di persone in fuga dalla Siria verso l’Europa. Riteniamo di grande attualità discutere di questo tema che è stato recentemente approfondito da due pubblicazioni :
“Rojawa, una democrazia senza Stato”, pubblicato da Eleutheria, che descrive il tentativo di dar vita ad una forma di autonomia amministrativa “dal basso” senza peraltro affrontare direttamente la questione dello “Stato curdo” che sarebbe politicamente dirompente nell’attuale contesto mediorientale e “La prossima rivoluzione: dalle assemblee popolari alla democrazia diretta” di Murray Bookchin, filosofo ed ecologista americano alle cui idee si ispirano il municipalismo e il confederalismo democratico attuato dai curdi del Rojava.
A Palazzo Marino, piazza della Scala 2, giovedì 22 marzo dalle ore 17,30 alle ore 19,30 in “Sala Brigida”ne parleremo con:
Antonio Ferrari, scrittore ed editorialista del Corriere della Sera, Fabrizio Cicchitto, Presidente Commissione Esteri della Camera , Debbie Bookchin, coordinatrice della Murray Bookchin Legacy Foundation e delle associazioni di amicizia con il Rojawa negli Stati Uniti. Martino Seniga, giornalista Rai.
Sarà proiettata una testimonianza di Dilar Dirik, ricercatrice dell’Università di Cambridge, sociologa, scrittrice e docente di Jinealogia (la scienza delle donne) in alcune “accademie” del Rojava. E’ previsto il saluto di un rappresentante del popolo curdo.
Dopo il saluto del Consigliere Enrico Marcora a nome dell’Amministrazione Comunale di Milano, introdurrà il dibattito Walter Galbusera, in rappresentanza della Società per la Pace e la Giustizia Internazionale e della Fondazione Anna Kuliscioff. Milano,14 marzo 2018